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periodicamente con i tecnici delle a-
ziende clienti discutendo l’applicazione
specifica in cui verrà utilizzato il pro-
dotto, successivamenteviene illustrata
la proposta avvalendosi di modelli
CAD e disegni tecnici. In una fase più
avanzata si analizzano i risultati dei test
a cui sono stati sottoposti i prototipi
e infine il prodotto è validato diretta-
mente sulla macchina del cliente con
specifici field test a cui siamo chiamati
a partecipare attivamente dando sug-
gerimenti e supporto. In ognuna di
queste fasi possono scaturire input per
apportare delle modifiche al progetto
del prodotto”.
“I prodotti, sempre più chiaramente
proposti a una determinata fascia di
mercato - prosegueManzoni - possono
essere sviluppati secondo i bisogni
degli utenti finali, ma vanno progettati
soprattutto anticipando i loro desideri
inespressi, precorrendo per così dire
la naturale evoluzione delle cose. Ecco
allora la necessità di utilizzare le nuove
tecnologie in ‘ottica user-centered’.
Chi investe in innovazione tecnologica
generalmente ne ha un beneficio e un
ritorno economico. L’integrazione dei
processi è una delle strategie aziendali
più coinvolgenti. Prima su tutte posso
segnalare l’utilizzodel PLM, unapproc-
cio integrato, basatosumetodologiedi
organizzazione del lavoro collaborati-
vo, che permette anche di apportare
innovazioni di prodotto durante tutto
il ciclo di vita. La progettazione crea
oggi una mole di dati decisamente
utili per una serie di aree aziendali che
vanno anche oltre la fase di disegno
progettuale. Infine, l’utilizzo della rete
e lo scambio di informazioni viaWeb è
un metodo interessante che sta emer-
gendo in questi ultimi anni”.
Sullastessa lunghezzad’ondaèBedon:
“Il PLM, per la condivisione deimodelli
3D dei nostri componenti, strumenti di
analisi integrati con le macchine usate
in produzione, condivisione di pro-
cess capability sono solo alcuni degli
strumenti fondamentali del co-design.
Ingegneri e tecnologi condividono co-
stantemente queste informazioni per
giungere a una definizione del prodot-
to in grado di soddisfare la specifica
tecnica tenendo in conto degli aspetti
realizzativi. Tutto questo proiettato
sempre più su una scala globale con
siti localizzati in Paesi diversi”.
“Calando il Co-Design nel processo
di invenzione-produzione del prodot-
to - interviene Galimberti -, il product
lifecycle management è senza dubbio
uno degli strumenti più utilizzati per
connettere le risorse interne ed ester-
ne a un’azienda e il cloud computing
è la fonte comune alla quale poter
attingere i dati necessari allo svilup-
po. L’usodei social network,
hauncaratteredecisamente
più esplorativo, il coinvolgi-
mento di social media user
può sostituire in modo più
diretto i focus group”.
“Il supporto di Metra Con-
sulting - dice Carretta -, oltre
alle indicazioni progettuali
basate sul know-how delle
leghe alluminio e dell’estru-
sione, utilizza anche stru-
menti evoluti per leverifiche
di dettaglio. Nell’ambitodel-
la rappresentazione grafica
sono impiegati CAD 2 e 3D,
con tool di ausilio specifici per la pro-
gettazione meccanica, per dettagliare
i componenti che insieme all’estruso
realizzano un sotto-assieme funziona-
le. A completare l’offerta software vi
è un programma di calcolo FEM su
piattaforma MSC Nastran che permet-
te la simulazione strutturale lineare e
non lineare sia statica sia dinamica,
l’analisi di contatto, l’analisi termica
stazionaria o di transitorio. In aggiun-
ta all’attività di simulazione virtuale,
è possibile realizzare dei prototipi in
grado di replicare la morfologia del
componente tramite stampanti 3D per
le verifiche di idoneità geometrica. In
questomodo il lanciodelleattrezzature
d’estrusione è effettuato quando sono
state verificate, con ragionevole cer-
tezza, tutte le condizioni di eventuale
criticità funzionale”.
Difficoltà e soluzioni
Il Co-Designèunmetodoorganizzativo
che sempre più sta interessando le
attività di sviluppo di nuovi prodotti e
che, in ambiti di tecnologia spinta, ae-
rospazio, difesa e automotive è ormai
consolidato da tempo. Quali sono le
difficoltà, se esistono, e le relative solu-
zioni? La risposta arriva dalle aziende.
“Il Co-Design richiede una guida abile
e sensibilealle istanzedi ciascunodegli
interlocutori raccolti attorno al tavolo
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