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imputabile non solo all’avvento di
nuovi, agguerriti concorrenti (in
primis la Corea) ma anche a nuove
politiche commerciali da parte di
diverse multinazionali giapponesi
non più concentrate sul mercato
europeo e su paesi con bassi tassi
di crescita quali l’Italia. A livello di
export tiene l’Europa, in particolare
grazie all’ottimo trend dei Paesi fuo-
ri dall’Unione monetaria (+9,8%),
che presentano tassi di crescita
particolarmente vivaci, mentre si
evidenzia un calo dell’esportazioni
verso l’America settentrionale, do-
vuta al calo degli Stati uniti (-6,9%);
questo dato negativo potrebbe es-
sere dovuto a un sempre minore
ricorso a produzioni estere da parte
degli Stati Uniti, a fronte comunque
di tassi di crescita positivi e ad un ri-
torno al manifatturiero inteso come
asset importante per una concreta
ripresa economica. Il primo Paese
a cui vengono destinate le nostre
esportazioni resta la Germania, sto-
rico partner commerciale, positivi
anche i trend del Belgio (+6,8%),
importante centro logistico che at-
trae investimenti di multinazionali
e della Cina (+16,1%), in ripresa
dopo il calo del 2012. Da evidenziare
un dato particolarmente significa-
tivo, ovvero che i primi 10 Paesi
in termini di export (70% circa del
totale giro d’affari) presentino una
performance globale sotto media
(0,4% di variazione dal 2013 al 2012
vs il dato globale pari a +0,9% 2013
vs 2012) mentre il restante 30% dei
Paesi verso cui si esporta registri un
trend molto più vivace (+2,1% di va-
riazione dal 2013 rispetto al 2012).
progettare 383
SETTEMBRE
2014
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“Dopo le forti perdite del 2009 e il
rimbalzo del 2010, possiamo affer-
mare di essere ritornati ad una situa-
zione di cosidetta normalità nono-
stante la crisi abbia negativamente
impattato in termini di erosione del
margini e riduzione della capacità di
programmazione - ha commentato
Tomaso Carraro -. Dopo la crisi del
2009 è evidente che le nostre azien-
de hanno dovuto cambiare pelle,
diventare più flessibili, con tempi
di risposta più rapidi e sempre più
reattive anche nella diversificazione
dei propri prodotti”.
Analisi nel dettaglio
Analizzando le singole voci com-
merciali le consegne su mercato
interno presentano un dato sostan-
zialmente positivo (+0,4% 2013 ri-
spetto al 2012) dovuto principal-
mente a due fenomeni: il primo,
più strutturale, legato alle ‘esporta-
zioni indirette’ ovvero la vendita di
componenti a clienti nazionali che
esportano prodotto finito all’estero
e il secondo, che sta prendendo pie-
de nell’ultimo anno, del cosiddetto
reshoring ovvero la rilocalizzazione
di alcune produzione in Italia a
seguito di una prima fase di inter-
nazionalizzazione.
Passando invece ad analizzare le
importazioni si evidenzia una buo-
na tenuta dell’Europa, anche in par-
te ricollegabile all’effetto reshoring
all’interno dello stesso continente
europeo, e un buon trend dell’A-
merica settentrionale. In calo le
importazioni dall’America centro-
meridionale. Si registra un dato
ancora più negativo per l’Asia,
che pesa oltre il 25% del totale,
in particolare dovuto al crollo del
Giappone (-42,0% che perde circa
1,7% punti percentuali). A questo
proposito il forte calo può essere
Carraro confermato
presidente
Anche per il prossimo biennio è stato riconfermato
presidente di Assiot Tomaso Carraro (Carraro
Group), che verrà affiancato da Paolo Ramadori
(Oerlikon Graziano) e da Assunta Galbiati (Gal-
biati Group) nel ruolo di vicepresidenti (nella foto).
Rinnovato il Comitato esecutivo e il Consiglio diret-
tivo. Alla riconferma a capo di Assiot si aggiunge
per Tomaso Carraro anche la nomina a nuovo
presidente di Eurotrans, il comitato europeo dei
produttori di sistemi per la trasmissione di potenza
che rappresenta gli interessi di 600 aziende con
un fatturato aggregato pari a oltre 37 miliardi di
euro e 160.000 collaboratori. Il neo presidente
europeo ha lanciato la proposta di creare un tavolo di lavoro con le varie associazioni nazionali
che dovrà sfociare in breve tempo nella condivisione da parte di tutti di alcuni principi. “A questo
seguirà una fase di lavoro per costruire una nuova Eurotrans che rappresenti al meglio le nostre
industrie partendo dall’assioma che ogni singola azienda, ma direi di più ogni singola nazione, nel
lungo termine non sarà in grado di affrontare da sola la sfida dei mercati globali - aggiunge - e
che al contrario come settore industriale europeo unito saremo in grado di mantenere la leadership
delle nostre imprese”.
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