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protagonisti

i

ALESSANDRO PEREGO

, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Mi-

lano: “Da un lato, alcune professioni sono destinate a scomparire: come la stampa ha ucciso gli ama-

nuensi, come l’auto ha fatto vittime nei maniscalchi, dall’altro, alcune professioni saranno potenziate e

alcuni lavori saranno creati ex novo”.

STEFANO GIORGETTI

, amministratore delegato e Vice President di Kelly Services Italia: “Ogni aspetto

del nostro lavoro è già influenzato dai social media, dagli smartphone, dal web. È impossibile pensare di

gestire oggi le risorse umane come si faceva fino a 10 anni fa. Una delle figure che tutti cercano è infatti

il social media recruiter”.

ELIO CATANIA

, presidente di Confindustria digitale: “Nel breve periodo si rischia una perdita di posti

di lavoro, ma le grandi opportunità che ci offre la tecnologia innescheranno una molla che non ci per-

mette di conoscere che tipo di lavori avremo nel futuro. Il saldo tra vecchi e nuovi lavori sarà la sparizione

di lavori a basso contenuto”.

AMEDEO CESTA

, Senior Research Scientist CNR: “Eliminare le barriere alle discipline a aprire al dialogo

tra chi produce strumenti tecnologici e ciò che serve realmente alla popolazione, pensando a nuovi mo-

delli di sviluppo, perché non possiamo pensare di essere ingabbiati in modelli economici fermi all’800”.

CARLO RATTI

, Director of MIT Senseable City Lab e Founding partner di Carlo Ratti Associati: “Nel

breve periodo nessun sistema di intelligenza artificiale può batterci. Si pensi alla creatività, l’intelligenza

artificiale ne è sprovvista. Ma l’evoluzione è basata sul caos che va appannaggio della creatività umana”.

no Giorgetti, amministratore delegato

e Vice President di Kelly Services Italia.

“Una delle figure che tutti cercano è il

social media recruiter”, continua Gior-

getti, ossia una figura specializzata nel-

la ricerca tramite social network. Oggi,

l’HR manager è diventato un vero e

proprio supporto al business, co-respon-

sabile e artefice dello sviluppo strategi-

co delle aziende, al quale sono richieste

maggiori competenze e interazione con

le figure aziendali più tecniche. È neces-

sario pensare alle gestione delle risorse

umane in modo diverso. Tra pochi anni

lo smart working diventerà la normali-

tà: il lavoro dipendente sarà sempre più

autonomo per quanto riguarda luoghi

e tempi, e la tecnologia non fa altro che

incentivare e facilitare questo proces-

so. Quello che conterà sarà il risultato e

non più la presenza fisica in azienda.

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novembre 2017