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segnalano valori superiori alle impre-

se italiane in riferimento a tutti gli in-

dicatori di crescita tra il 2012 e il 2015:

+17,7% contro il +10,1% per quanto

riguarda le vendite, +26,6% contro

+14,2% in relazione all’occupazione

e +37,0% contro +19,5% per quanto

riguarda il totale attivo. Il rapporto

Margine operativo lordo/Fatturato

(Ebitda) è più basso nelle imprese stra-

niere (7,6%) e ibride (8,5%) rispetto

alle imprese italiane (10,5%). Quan-

do però si sposta l’attenzione sul ROI,

l’indicatore sintetico che misura la

redditività della gestione industriale,

i risultati cambiano: non emergono

significative differenze tra imprese.

L’apparente incongruenza può essere

spiegata dalla presenza di un tasso di

rotazione del capitale investito netta-

mente più elevato nelle straniere ri-

spetto a quelle italiane.

L’export e il mercato locale

Le imprese straniere mostrano una

propensione più elevata delle imprese

italiane a sviluppare attività di export

e a registrare marchi internazionali

di proprietà. Il fenomeno potrebbe

essere correlato alla valorizzazione

di rapporti e legami con i territori di

origine. In prospettiva questi elemen-

ti possono diventare leve di ulteriore

differenziazione e fattori in grado di

agevolare la crescita dimensionale. In-

fine, numerose evidenze suggerisco-

no che gli imprenditori immigrati so-

no in grado di fornire nuove tipologie

di servizi e di estendere la varietà dei

prodotti disponibili, anche sui merca-

ti a cui accede la popolazione autoc-

tona. Gli imprenditori immigrati non

utilizzano soltanto risorse della co-

munità di origine, ma sono capaci di

valorizzare opportunità associate ai

mercati locali e possono costruire le-

gami economici forti con la comunità

autoctona. I dati raccolti sulle struttu-

re organizzative dell’impresa etnica

hanno permesso di evidenziare che,

con l’aumento della complessità orga-

nizzativa e della varietà delle strate-

gie adottate, cresce anche l’apertura

dell’impresa a soggetti (clienti, forni-

tori, soci, dipendenti) provenienti da

comunità diverse da quelle di origine

dell’imprenditore. L’ulteriore elemen-

to di differenziazione è rappresenta-

to dall’evoluzione della composizione

della governance societaria. Infatti

accanto a una proprietà omogenea

sul piano della nazionalità di prove-

nienza, è stata osservata la diffusione

di compagini societarie eterogenee,

caratterizzate dalla presenza di soci

italiani o di nazionalità non co-etni-

ca. Le imprese con connotazioni ibri-

de, ossia una composizione mista del

consiglio di amministrazione, hanno

un orientamento marcato verso i mer-

cati locali e da un’offerta di prodotti

e servizi a una popolazione di consu-

matori in prevalenza non co-etnica.

Queste imprese, infine, dopo la fa-

se di start up, ricevono un supporto

esplicito da amici e conoscenti italia-

ni e da consulenti e professionisti. Si

tratta di figure esterne alla comunità

di origine e derivanti da legami sociali

e contatti sviluppati in Italia nel corso

del tempo.

@Stefano_Belviol

novembre 2017

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