marzo 2016
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Italy has the highest
taxes in Europe
65,4%. Un coefficiente inferiore a quello
della sola Francia (66,6%) e che vede mol-
to distanti tutti i principali partner euro-
pei. Il Tax Rate in questo caso riguarda la
percentuale sugli utili totali, e compren-
de l’imposta sul reddito (corporate tax), i
contributi sociali e previdenziali, le tasse
sui dividendi e sul capital gain, le tasse sui
rifiuti, sui veicoli, sui trasporti. Ogni 1.000
euro di utili totali, le aziende italiane im-
piegano in tasse, imposte e contributi ol-
tre 650 euro, coprendo un ruolo negativo
nel Vecchio Continente, rispetto ai concor-
renti.
Si trovano così tra i Paesi a più alta in-
cidenza fiscale su scala mondiale per
prima l’Argentina con il 137,3%. Al se-
condo posto compare la Bolivia con un
83,7%. Segue poi il Tagikistan con il
80,9%, quindi Colombia (75,4%), Alge-
ria (72,7%), Mauritania (71,3%), Brasile
(69%), Guinea (68,3%), Francia (66,6%),
Nicaragua (65,8%), Venezuela (65,5%),
Italia (65,4%), Cina (64,6%), Ciad (63,5%),
Gambia (63,3%), Benin (63,3%), Tunisia
(62,4%), India (61,7%), Spagna (58,2%),
Costa Rica (58,0%). In base all’indice di
competitività globale, nessuno dei Pae-
si riportati rientra nei primi 20, ma sei di
questi sono tra gli ultimi 20: Mauritania,
Guinea, Venezuela, Ciad, Gambia e Benin.
Su scala europea, se escludiamo i sistemi
fiscali con particolari agevolazioni per le
imprese, come ad esempio quello croato
(Total Tax Rate al 18,8%) e quello irlande-
se (25,9%), si deve altresì constatare che,
tranne per la Francia, non esiste partner
tradizionale a livello comunitario che ab-
bia una incidenza fiscale cosi forte: la Ger-
mania ha un 48,8% di Total Tax Rate, con
Italy is the european country with the tax
system that weighs heaviest on businesses.
In this context, the Belpaese remains
in a precarious position as indicated
by the new data om the latest Global
Competitiveness Report of the World
Economic Forum (2015), pu ing the
country at the bo om of the index of
competitiveness worldwide. In the ranking
that measures the degree of corporate taxes,
the Italian tax system ranks last in Europe
and 141st in the world, worse than the
previous year when it nished 137th.
Italy is a country where it costs a lot just
be in compliance with the tax authorities.
In Italy an entrepreneur makes 15 tax
payments annually (Ires, Irap, taxes
on real estate, VAT and social security
contributions), 6 more than its German
counterpart, 7 more than an English,
Spanish or French business and 9 more
than a Swedish one. As for real estate,
entrepreneurs are the most burdened,
paying 7.2 billion in IMU for production
facilities (buildings, laboratories,
equipment) and another 1.4 billion
between Ires, personal income tax, Irap
and others, with an increase of 19.5% in
property taxes on business properties.
Being in good tax standing entails a
signi cant commitment for our companies
in terms of time: at 269 hours per year
spent on tax compliance, Italy is sixth
in Europe and rst among the major
economies. AGerman company needs 218
hours per year (51 hours less than Italian
companies), a Spanish company 167 hours
(102 hours less) and a French company
137 hours (132 hours less). e situation
in the United Kingdom is unusual,
where a quantitatively streamlined tax
system is combined with an easy payment
mechanism.
uno scostamento di 16,6% punti. La stessa
Grecia è al 49,9%, il Portogallo al 42,4% e
la Spagna al 58,2%. In Gran Bretagna l’in-
tensità delle imposte è pari al 33,7%.
Quanto costa il Fisco in Italia
Oltre ai costi diretti legati al prelievo fi-
scale occorre considerare i costi indiretti,
ovvero le ore-uomo necessarie per poter
adempiere agli obblighi tributari. Si rile-
va così che per poter essere in regola con
l’erario, le aziende italiane impiegano in
media 269 ore all’anno. Casi peggiori si
rilevano in Portogallo (275 ore), Ungheria
(277), Polonia (286), Repubblica Ceca (413)
e Bulgaria, dove sono necessarie 454 ore
per adattarsi alle tempistiche e alle com-
plessità del fisco. Al prelievo elevato, nel
nostro Paese, si associa infatti anche un
sistema burocratico particolarmente com-
plicato. Tra i nostri principali concorrenti,
un’azienda tedesca necessita di circa 218
ore per poter regolarizzare la posizione
con il fisco (51 in meno dell’Italia), un’a-
zienda spagnola di circa 167 ore e un’a-
zienda francese (137 ore).
L’Italia è un Paese nel quale costa parec-
chio anche essere in regola con il fisco.
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi
Impresa Lavoro (2015), un’azienda di pic-
cola e media dimensione spende in media
ogni anno 7.559 euro per gli adempimen-
ti burocratici relativi al pagamento delle
imposte: la cifra più elevata che non ha
pari in Europa, che rappresenta una ‘tassa
ulteriore’ che le imprese italiane devono
sostenere. La cifra tiene conto di due pa-
rametri: quello di fonte Banca Mondiale
all’interno del rapporto Doing Business e
relativo alle ore annue necessarie per svol-