marzo 2016
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“Un sistema di welfare aziendale - affer-
ma Creston - ha lo scopo di integrare il
welfare pubblico e non di sostituirlo, poi-
ché per sua natura il welfare aziendale
non garantisce un aspetto fondamentale
che è l’universalismo. Nel suo costante svi-
luppo i benefici previsti dagli accordi sin-
dacali si stanno estendendo sia per quanto
riguarda le materie fondi pensione, fondi
sanitari, servizi di cura all’infanzia e agli
anziani, congedi extra, borse di studio e
altro ancora, sia per quanto riguarda i sog-
getti coinvolti, un numero sempre mag-
giore di beneficiari”.
“Serve, senza dubbio, a migliorare il clima
aziendale - dice Ancorotti - a fidelizzare e
coinvolgere maggiormente i collaborato-
ri, evitando anche conflitti interni. Credi-
ti, agevolazioni, assicurazioni, servizi per
le neo mamme: tutti questi benefit sono
volti ad avere un impatto efficace sulla
motivazione dei lavoratori, soddisfacendo
esigenze realmente sentite. Proprio per
questo motivo, nella precedente espe-
rienza, abbiamo creato un asilo nido: da-
to l’elevato numero di donne in azienda,
ho cercato di fornire loro uno strumento
che permettesse di conciliare al meglio
il lavoro con la famiglia. Il welfare azien-
dale serve proprio a questo: a supportare
le famiglie nelle necessità quotidiane, af-
frontando con un approccio sartoriale le
singole esigenze dei collaboratori”.
Nuove relazioni industriali
Il segno del cambiamento tra le relazioni
industriali è già presente. Il welfare azien-
dale si sta muovendo e concretizzando in
una piattaforma di servizi anche grazie a
nuove relazioni industriali. Ancorotti con-
tinua sostenendo che: “Unendo le forze e
le relazioni industriali aumenterà la forza
contrattuale per acquisire maggiori servizi
sul mercato. A mio parere, al fine di tra-
sformare le buone intenzioni in risultati
concreti, è necessario dare maggiore vi-
sibilità e maggior risalto ai benefici avuti
dalle aziende che hanno già intrapreso
questo percorso, oltre a evidenziare gli in-
dubbi benefici economici. Ritengo anche
necessario un ampliamento dei limiti pre-
visti dalla normativa del testo unico delle
imposte di reddito articoli 51 e 100”.
Zimmer sottolinea: “Con l’emanazione
della legge di stabilità 2016, che sembra
voler prevedere la possibilità di trasforma-
protagonisti
protagonisti
i
RENATO ANCOROTTI,
presidente di Ancorotti Cosmetics. “Il buon clima aziendale è alla
base di qualsiasi strategia volta a migliorare la produttività. Il welfare aziendale è un sistema
vincente: infatti, può farsi carico di tutta una serie di necessità dei lavoratori che non possono
essere soddisfatte dal welfare pubblico, che vanno dalla difficoltà di conciliazione di lavoro e
famiglia al sostegno economico dei lavoratori più svantaggiati o con molte persone a carico”.
GILBERTO CRESTON,
responsabile dipartimento welfare Cgil Lombardia. “Un sistema di
welfare aziendale ha lo scopo di integrare il welfare pubblico e non di sostituirlo, poiché per
sua natura il welfare aziendale non garantisce un aspetto fondamentale che è l’universalismo.
Nel suo costante sviluppo i benefici previsti dagli accordi sindacali si stanno estendendo per
quanto riguarda le materie fondi pensione, fondi sanitari, servizi di cura all’infanzia e agli an-
ziani, congedi extra, borse di studio e altro ancora”.
EVA KATHARINA ZIMMER,
consigliere di Unindustria Reggio Emilia. “Con l’emanazione
della legge di stabilità 2016, che sembra voler prevedere la possibilità di trasformare in tutto
o in parte il salario contrattato aziendalmente in opportunità di welfare, il ruolo delle relazioni
industriali potrebbe sicuramente diventare determinante per trovare risorse maggiori da desti-
nare ai flexible benefit. Inoltre, la condivisione di azioni di welfare potrebbe aiutare a trovare
soluzioni maggiormente rispondenti ai bisogni dei dipendenti”.
re in tutto o in parte il salario contrattato
aziendalmente in opportunità di welfare,
il ruolo delle relazioni industriali potrebbe
sicuramente diventare determinante per
trovare risorse maggiori da destinare ai
flexible benefit. Inoltre la condivisione di
azioni di welfare potrebbe aiutare a tro-
vare soluzioni maggiormente rispondenti
ai bisogni dei dipendenti. Ma soprattutto,
se pensiamo a relazioni industriali di terri-
torio, la condivisone di obiettivi di welfare
aziendale potrebbe realizzarsi anche con il
coinvolgimento di enti e istituzioni locali,
creando nuove opportunità occupaziona-
li per l’intera area”. E rimarca: “Un ruolo
importante potranno però giocarlo anche
gli enti locali riconoscendo alle aziende
che investono sul territorio in scuole, ser-
vizi sociali, mobilità sostenibile specifiche
agevolazioni. Parliamo di sgravi fiscali o
contributivi o possiamo immaginare l’atti-
vazione di riconoscimenti pubblici in gra-
do di dare maggior visibilità alle aziende
che si attivano per aumentare la propria
competitività”.
Creston prosegue: “Da diversi anni il wel-
fare aziendale è entrato nel sistema di
relazioni sindacali italiano dimostrando