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marzo 2016

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e growing importance

of corporate welfare

Italia e Europa

In molti stati del Nord Europa argomenti

come: telelavoro, centri dell’infanzia all’in-

terno della struttura lavorativa, bonus libri

per i figli dei dipendenti, banche ore inve-

ce di straordinari, borse di studio, tutela

sanitaria, ecc. sono ormai benefit concor-

dati ed erogati. Ma nel nostro Paese non

è così. L’Ocse inchioda l’Italia a una dura

realtà. Siamo quelli che spendiamo me-

no nel sostegno alle famiglie, l’1% del Pil

contro una media del 1,7%. Gli asili pub-

blici sono solo per il 12% dei bambini, il

22,3% delle donne incinte perde il lavoro.

L’Osservatorio sull’imprenditoria femmini-

le, presentato a novembre scorso, colloca

il nostro Paese al 22esimo posto tra i Pa-

esi UE. Non mancano comunque esempi

significativi anche da noi. Sarebbe suffi-

ciente far riferimento alla lungimiranza di

Adriano Olivetti ed Enrico Mattei già negli

anni 50 e 60..

“Il buon clima aziendale è alla base di

qualsiasi strategia volta a migliorare la

produttività - esordisce Renato Ancorot-

ti, presidente di Ancorotti Cosmetics -. Il

welfare aziendale è un sistema vincente:

infatti, può farsi carico di tutta una serie di

necessità dei lavoratori che non possono

essere soddisfatte dal welfare pubblico,

che vanno dalla difficoltà di conciliazione

di lavoro e famiglia al sostegno economico

dei lavoratori più svantaggiati o con molte

persone a carico, problematiche entram-

be molto sentite. Credo che le esperienze

di welfare aziendale oggi, in Italia, siano

ancora piuttosto limitate, ma bisogna ri-

conoscere che il dibattito sulla necessità di

attivarle in modo più diffuso abbia inizia-

to a coinvolgere molti attori dello scenario

economico attuale, oltre ai responsabili

Conferences, seminars and trade meetings

discuss the ‘second corporate welfare

theorem for the future organization of

businesses and society. Comments, numbers

and percentages of the second welfare can

be consulted in a report by GiuliaMellone,

‘Secondo welfare , presented at the Einaudi

Center. Negotiational welfare involves

21.7% of companies, rising to 31.3% if

one includes individual bargaining, and

there are more than 3 million individuals

participating in matching funds

arrangements with an insurance company.

But let s look at the reality in our country

for businesses and households.

e current welfare system is in crisis.

Precarious or temporary jobs, increasingly

smaller paychecks and government

cutbacks (spending review) have

devastated the public system. At the same

time, the needs of the population increase:

om daycare and schools to healthcare

and changing relationships between

generations, what was once the public

nancing of state welfare is now being

allocated to the private sector. Taking

note of this reality, companies, unions and

professional associations are developing

a greater sensitivity in managing a new,

di erent and more exible welfare system

in an innovative and e ective way. As

such, we have interviewed several people to

get their views on the ma er. A common

thread is de nitely a greater sensitivity on

everyone s part to the need to reconcile

family, work, healthcare and schooling.

So, what can corporate welfare do? What

would facilitate the di usion of corporate

welfare? By what means? What will

happen to industrial relations? ese and

other questions were answered by our

interviewees.

delle risorse umane e delle associazioni di

categoria/sindacali”.

Eva Katharina Zimmer, consigliere di Unin-

dustria Reggio Emilia, delegata ai proget-

ti di welfare, afferma che: “Attivare oggi

piani di welfare aziendale non è solo un

modo per dare una risposta concreta ai

tagli al welfare pubblico o per trovare so-

luzioni meno onerose per retribuire i di-

pendenti, oggi occorre trovare soluzioni in

grado di rispondere a un mondo del lavo-

ro che cambia. Attrarre talenti e limitare il

turn over diventa importante per aumen-

tare la competitività aziendale. Un buon

piano di welfare aiuta l’azienda a essere

più attrattiva”.

“I sistemi pubblici di welfare - dice Gil-

berto Creston, responsabile dipartimento

welfare Cgil Lombardia -, cercano di dare

risposte efficaci alla domanda dei citta-

dini; tale domanda risulta essere sempre

più diversificata e complessa. Ciò ha de-

terminato la necessità di sviluppare ulte-

riori forme di welfare integrative a quel-

le pubbliche. Nel mondo del lavoro da

diversi anni si è sviluppato, attraverso la

contrattazione nazionale e aziendale, il

cosiddetto welfare aziendale. Tale forma

di welfare è importante perché ha esteso

un sistema di tutele anche a nuovi biso-

gni, oltre che sviluppare la possibilità di

contrattare”.

Alcuni casi concreti

A cosa serve il welfare aziendale e come

si concretizza nella realtà imprenditoriale

che lei rappresenta?

Zimmer, sostiene che: “Creare sistemi che

siano in grado di conciliare i tempi di vita

aiuta a ridurre i tassi di assenteismo. Inol-

tre, l’attenzione dell’azienda ai bisogni

personali dei propri collaboratori crea un

clima di maggior condivisione e di parteci-

pazione. Un sistema di welfare veramente

in grado di agire sul clima aziendale deve

però dare risposte molteplici ai diversi bi-

sogni dei lavoratori per questo abbiamo

attivato una rete di servizi da condividere

tra imprese di uno stesso territorio in mo-

do da poter permettere anche alle realtà

meno strutturate di poterne usufruire e

mettere queste convenzioni a disposizio-

ne dei propri collaboratori”. Con questo

intento nel gennaio 2014 Unindustria ha

avviato il Progetto Welfa – RE.