Table of Contents Table of Contents
Previous Page  47 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 47 / 68 Next Page
Page Background

marzo 2016

47

Grandi aziende e PMI

Se per le grandi aziende il percorso di wel-

fare di secondo livello è già iniziato, quali

soluzioni per le PMI?

“Le soluzioni per le PMI non sono mol-

to diverse da quelle delle grandi aziende

-afferma Ancorotti-. La promozione del

welfare di secondo livello offre, infatti,

l’opportunità di stimolare il miglioramen-

to organizzativo delle PMI con effetti sulla

loro produttività, offrendo l’opportunità

di crescere nel contesto socio-economico

in cui l’impresa opera. Per le PMI, inoltre,

sono molto importanti gli accordi territo-

riali, anche all’interno della categoria di

riferimento.

“Stiamo studiando una serie di iniziative

che vanno proprio nella direzione di facili-

tare anche alle PMI l’accesso a piattaforme

integrate di welfare aziendale sempre più

complesse ma a costi competitivi - con-

clude Zimmer -. Come già detto la possi-

bilità di inserire all’interno di un accordo

quadro territoriale alcuni passaggi fon-

damentali per l’accesso al welfare, a costi

contenuti, aiuterebbe anche le aziende

meno strutturate e con minor disponibilità

economica ad offrire ai propri dipendenti

soluzioni vantaggiose per la gestione del

proprio tempo.”.

Creston afferma che: “Il welfare aziendale

si è sviluppato soprattutto nelle aziende

medie e grandi perché lì la contrattazione

sindacale è più sviluppata. Tuttavia negli

ultimi anni, la contrattazione nazionale ha

previsto l’attivazione, attraverso accordi

territoriali, di forme di welfare integrativo

che coinvolgono aziende di piccole dimen-

sioni. L’esperienza della cosiddetta bilate-

ralità ha poi consentito un loro maggiore

coinvolgimento. Anche attraverso il ruolo

delle istituzioni locali si sono estesi benefi-

ci a livello di imprese medio piccole, come

nel caso dell’esperienza delle reti territo-

riali di conciliazione”.

@gapeloso

di essere un tema molto gradito ai lavo-

ratori. Il suo sviluppo deve stare dentro la

contrattazione collettiva sia nazionale, sia

territoriale e aziendale evitando di essere

il prodotto di atti unilaterali delle azien-

de. Deve trovare la giusta collocazione

nelle dinamiche contrattuali evitando di

diventare un elemento sostitutivo delle

dinamiche salariali. Deve inoltre cercare

di ispirarsi ai principi di equità e solidarie-

tà”. E sottolinea: “Le Istituzioni possono

favorire lo sviluppo del welfare aziendale

attraverso azioni di sostegno che a livello

nazionale sono in parte già state realiz-

zate in passato come gli sgravi fiscali che

stanno per essere riprese e ampliate con la

legge di stabilità. Anche a livello regionale

e territoriale possono essere previste azio-

ni di sostegno: con Regione Lombardia nel

2014 Cgil, Cisl, Uil hanno sottoscritto un

accordo sulla riforma del sistema sanitario

che prevede la realizzazione di un percor-

so di analisi, studio e progettualità per la

costituzione di un fondo che intervenga

su quanto oggi non è coperto dal sistema

pubblico - cure odontoiatriche, long term

care e altro - garantendo una risposta uni-

versalistica”.