marzo 2016
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Grandi aziende e PMI
Se per le grandi aziende il percorso di wel-
fare di secondo livello è già iniziato, quali
soluzioni per le PMI?
“Le soluzioni per le PMI non sono mol-
to diverse da quelle delle grandi aziende
-afferma Ancorotti-. La promozione del
welfare di secondo livello offre, infatti,
l’opportunità di stimolare il miglioramen-
to organizzativo delle PMI con effetti sulla
loro produttività, offrendo l’opportunità
di crescere nel contesto socio-economico
in cui l’impresa opera. Per le PMI, inoltre,
sono molto importanti gli accordi territo-
riali, anche all’interno della categoria di
riferimento.
“Stiamo studiando una serie di iniziative
che vanno proprio nella direzione di facili-
tare anche alle PMI l’accesso a piattaforme
integrate di welfare aziendale sempre più
complesse ma a costi competitivi - con-
clude Zimmer -. Come già detto la possi-
bilità di inserire all’interno di un accordo
quadro territoriale alcuni passaggi fon-
damentali per l’accesso al welfare, a costi
contenuti, aiuterebbe anche le aziende
meno strutturate e con minor disponibilità
economica ad offrire ai propri dipendenti
soluzioni vantaggiose per la gestione del
proprio tempo.”.
Creston afferma che: “Il welfare aziendale
si è sviluppato soprattutto nelle aziende
medie e grandi perché lì la contrattazione
sindacale è più sviluppata. Tuttavia negli
ultimi anni, la contrattazione nazionale ha
previsto l’attivazione, attraverso accordi
territoriali, di forme di welfare integrativo
che coinvolgono aziende di piccole dimen-
sioni. L’esperienza della cosiddetta bilate-
ralità ha poi consentito un loro maggiore
coinvolgimento. Anche attraverso il ruolo
delle istituzioni locali si sono estesi benefi-
ci a livello di imprese medio piccole, come
nel caso dell’esperienza delle reti territo-
riali di conciliazione”.
@gapeloso
di essere un tema molto gradito ai lavo-
ratori. Il suo sviluppo deve stare dentro la
contrattazione collettiva sia nazionale, sia
territoriale e aziendale evitando di essere
il prodotto di atti unilaterali delle azien-
de. Deve trovare la giusta collocazione
nelle dinamiche contrattuali evitando di
diventare un elemento sostitutivo delle
dinamiche salariali. Deve inoltre cercare
di ispirarsi ai principi di equità e solidarie-
tà”. E sottolinea: “Le Istituzioni possono
favorire lo sviluppo del welfare aziendale
attraverso azioni di sostegno che a livello
nazionale sono in parte già state realiz-
zate in passato come gli sgravi fiscali che
stanno per essere riprese e ampliate con la
legge di stabilità. Anche a livello regionale
e territoriale possono essere previste azio-
ni di sostegno: con Regione Lombardia nel
2014 Cgil, Cisl, Uil hanno sottoscritto un
accordo sulla riforma del sistema sanitario
che prevede la realizzazione di un percor-
so di analisi, studio e progettualità per la
costituzione di un fondo che intervenga
su quanto oggi non è coperto dal sistema
pubblico - cure odontoiatriche, long term
care e altro - garantendo una risposta uni-
versalistica”.