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29

rmo

maggio 2018

Un lavoro accurato.

Per assolvere al primo punto

Ucif ha deciso di coinvolgere l’Ufficio studi Anima che

ha lavorato a stretto contatto con una serie di pro-

fessionisti e docenti universitari provenienti da ate-

nei diversi del territorio italiano al fine di sviluppare

un’analisi completa. Il tutto è partito da un ‘panel’

di aziende identificate assieme a chi conosce molto

bene il settore ed esteso a realtà con attività similari.

Il panel ha superato la soglia di 200 aziende attive

nel comparto che hanno costituito la rappresentati-

vità del settore.

Ai dati puramente numerici di queste realtà sono

state affiancate analisi qualitative sulle strategie

aziendali, sui nuovi fenomeni che si stanno facendo

golarmente ma che non danno una visione com-

plessiva di come il settore stia cambiando, della

direzione che sta imboccando. È fondamentale

quindi spostarsi a un livello superiore e guardare i

fatti da una prospettiva più alta. Arthur Schopen-

hauer diceva: “La lontananza che rimpicciolisce gli

oggetti per l’occhio, li ingrandisce per il pensiero”.

Ucif, per tale motivo, ha da subito inteso la signifi-

catività dell’indagine direttamente collegata a due

fattori: il primo è la terzietà e la professionalità

degli esperti che dovevano condurre questa analisi;

il secondo è la non restrizione ai soli ‘impiantisti’

ma l’ampliamento dell’orizzonte ai diversi attori

coinvolti nel trattamento delle superfici.

L’export italiano

La tecnologia italiana nel settore della finitura è uno degli elementi cardine del successo delle nostre

aziende. La richiesta di soluzioni e impianti italiani da parte di altri Paesi nel mondo non è solo segnale

dell’altissimo livello di adattamento delle nostre aziende alle esigenze del cliente (fattore questo che ci

fa giocare un ruolo da assoluto leader nell’industria europea) ma anche dell’elevato livello tecnologico

offerto. Non a caso l’Italia è il settimo esportatore mondiale di impianti di finitura e vanta anche la quarta

posizione nella bilancia commerciale con l’estero relativa al settore.

Rank

Paese

“Valore

Export”

Rank

Paese

“Valore

Saldo”

1

Giappone 4.685

1

Giappone

3.435

2

Stati Uniti

4.501

2

Germania

1.518

3

Germania 2.657

3

Stati Uniti

620

4

Cina 2.643

4

Italia

583

5

Paesi Bassi

2.169

5

Svizzera

120

6

Corea del Sud 1.465

6

Belgio

66

7

Italia

974

7

Paesi Bassi

60

8

Singapore

895

8

Lussemburgo

52

9

Taipei, Cina

851

9

Rupubblica Ceca

37

10

Hong Kong, Cina

544

10

Malesia

33

11

Malesia

493

11

Ungheria

10

12

Regno Unito

376

12

Corea del Nord

0,55

13

Francia

366

13

Anguilla

0,23

14

Belgio

366

14

Tuvalu

0,01

15

Svizzera

286

15

Pitcairn

0,001

16

Austria

242

16 Isole Falkland (Malvine)

-0,004

17

Messico

206

17

Montserrat

-0,005

18

Canada

203

18

Tokelau -0,005

19

Spagna

170

19

Norfolk, Isola

-0,006

20

Rupubblica Ceca

141

20

Niue

-0,008

L’export italiano. Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade.