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rmo

giugno/luglio 2017

con metodi organizzativi all’avanguardia ed estesa ca-

pacità di valutare i miglioramenti introdotti, sia la co-

noscenza sul comportamento e le modalità di guasto

dei componenti meccanici, garantita dai fornitori degli

stessi, sia le tecniche di fusione sensoriale, simulazione

del processo e in generale di data analytics che pos-

sono portare i partner di ricerca. “Il Lighthouse plant

ProMa è un laboratorio costruito su un impianto fles-

sibile e autonomo - conclude Fogliazza -, inserito in un

contesto produttivo all’avanguardia nell’integrazione

di tecnologie dell’informazione e dell’organizzazione.

Dal team di ricerca ci aspettiamo lo sviluppo di risultati

innovativi che consentano di fornire impianti sempre

più autonomi e flessibili, e nello specifico in grado di

inviare richieste sulla necessità di eseguire interventi di

manutenzione prima che si verifichino guasti, e di adat-

tare il proprio comportamento alle condizioni reali di

carico. Ci si aspetta quindi di ottenere una squadra di

persone formate su tecniche di analisi di grossi volumi di

dati, e nello sviluppo di algoritmi di apprendimento au-

tomatico, da iniettare negli uffici tecnici delle aziende

coinvolte nell’iniziativa”.

L’Industria 4.0 è qui.

MCM ha sviluppato strumenti

coerenti con la filosofia 4.0 sfruttando i sensori già

presenti nei propri impianti e integrandone altri. L’a-

zienda ha quindi adeguato l’architettura complessiva

di controllo, che già da tempo prevede nodi per l’ela-

borazione dell’informazione generata e richiesta dai si-

stemi di produzione. “Siamo riusciti a creare una serie di

strumenti di verifica continua dello stato dell’impianto -

spiega Fogliazza - in termini di affidabilità, sostenibilità,

qualità e precisione, con output specifici per operatori,

pianificatori della produzione, manutentori, fornitori

di servizi e costruttori di macchine”. Al fine di creare

sistemi di produzione flessibili e autonomi, e cogliere

le opportunità sottese alla logica di connettere le mac-

chine, l’azienda ha quindi saputo fondere più contri-

buti trasversali, per gestire al meglio la mole di dati che

si raccolgono: meccanica di precisione, automazione,

controllo e supervisione. A questi si aggiungono com-

petenze in tecnologie ICT e la capacità di impiegarle in

modo innovativo, grazie a un know-how accumulato in

oltre 30 anni di produzione di FMS e centri di lavoro do-

tati di un sistema dedicato all’elaborazione delle infor-

mazioni richieste e generate dal mezzo di produzione.

La digitalizzazione è al centro della strategia Next Level

del Gruppo ABB, applicata non solo nell’implementare

tecnologie digitali per ottimizzare processi produttivi

interni, ma anche nello sviluppo di prodotti, sistemi,

software e servizi avanzati per i clienti. Caratteristica

distintiva di ABB è pertanto la capacità di testare quelle

stesse soluzioni digitali industriali che l’azienda propone

al mercato nel portafoglio ABB Ability, prodotti e so-

luzioni Industria 4.0 a loro volta progettati, sviluppati

e realizzati in realtà produttive all’avanguardia, basate

su concetti di automazione, integrazione e dinamicità.

“Il nostro stabilimento ABB di Dalmine - dice Golinelli

- insieme alle sedi di Frosinone e Santa Palomba, è uno

dei siti produttivi più avanzati. Gli investimenti di ABB

in Italia hanno fatto e fanno delle fabbriche italiane del

Gruppo una best practice a livello internazionale, rico-

nosciute come Centri di eccellenza per lo smart manu-

facturing e trasformatesi naturalmente in dimostratori

reali delle applicazioni digitali legate a Industria 4.0”.

@marcocyn

Nelle tre immagini, degli esempi di impianti faro realizzati da ABB.