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Strategie

INCHIESTA

rmo

maggio 2015

export), invece, il 2015 si chiuderà con un tasso di svi-

luppo nettamente inferiore al 2014. Mentre l’anno

scorso, infatti, la richiesta apparente era salita del 3,3%

rispetto al 2013, grazie soprattutto al +7,0% del primo

trimestre ed al +4,4% del terzo trimestre, nel 2015 il

valore si ridurrà al +1,9%. L’incremento sarà la somma

dell’aumento del consumo reale da parte degli utiliz-

zatori e del modesto ristoccaggio che prenderà piede

soprattutto nel secondo trimestre (+2,9% rispetto al

corrispondente periodo del 2014) e nel quarto trimestre

(+4,7%), mentre nel primo trimestre (-0,5%) e nel terzo

trimestre (+0,8%) si viaggerà a ritmi compassati.

Per il 2016 si registrerà un incremento più sostenuto:

+2,6%. In tonnellate, il consumo apparente europeo di

acciaio sarà pari a 149 milioni di t nel 2015 e a 152 mi-

lioni di t nel 2016, con l’UE che rimarrà la seconda area

mondiale per ‘peso’.

La meccanica.

I comparti industriali che utilizzano più

acciaio in Europa sono sette: le costruzioni (35% del

totale della domanda continentale di prodotti siderur-

gici), meccanica (14%), automotive (18%), elettrodome-

stici (3%), altri mezzi di trasporto (automotive esclusa,

2%), tubi (13%) e produzione di beni metallici (14%).

L’andamento di questi comparti, che funge da traino

per la siderurgia europea, nel 2014 è stato testimone

di un miglioramento del 2,2% della produzione, grazie

soprattutto alle performance dell’automotive (+5,0%)

e dei beni metallici (+2,5%). Per il 2015 e il 2016, Euro-

fer si attende “una graduale ulteriore espansione della

produzione, che andrà di pari passo con lo sviluppo del

PIL dell’area (+1,6%)”.

Questo scenario di crescita sarà aiutato “dal basso costo

del petrolio e dall’euro debole, che porteranno ad un

incremento sia delle esportazioni sia della domanda in-

terna”. Entrando ancor più nel dettaglio tra i comparti

europei utilizzatori di acciaio, si nota che la meccanica

nel 2015 segnerà un aumento dell’output del 2,1%, ri-

manendo leggermente al di sotto della media continen-

tale dei settori utilizzatori (+2,2%). Il risultato conferma

quello ottenuto nel 2014, con “il miglioramento delle

condizioni di business - spiega Eurofer - che supporterà

la fiducia e darà slancio agli investimenti in macchinari

e impianti dopo anni di mancati investimenti”. Grazie

all’euro debole, inoltre, l’industria meccanica europea

mostrerà tassi di sviluppo robusti, soprattutto a par-