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settembre 2014
Strategie
Inchiesta
vono mettere anche un costo a budget per ogni
evenienza. E quando le aziende si vedono sottratto
un proprio patrimonio devono fare la propria parte
denunciando senza esitazione ciò che è avvenuto.
“Dobbiamo tenere presente - prosegue Mainini -
che il Made in Italy è già di per sé un valore, sul
mercato un prodotto ha un plus solo per il fatto di
essere italiano; e qui apro una parentesi: il made
in Italy non vuol dire solo moda e lusso, abbiamo
voluto nel Cnac (Consiglio nazionale anti contraffa-
zione [n.d.r.]) un tavolo apposito per la meccanica
proprio perché questo comparto rappresenta una
enorme ricchezza ed è la prima voce delle nostre
esportazioni. Allora, quando esponiamo in una
fiera, quando esportiamo un prodotto, quando
andiamo a produrre in un altro Paese (magari in
Asia) dobbiamo già sapere che siamo esposti e che
la spia rossa è già accesa. Là fuori c’è un mondo
globalizzato e c’è un mercato non sempre leale al
100%, in cui si aggirano potenziali ‘copiatori’. Ecco
che allora bisogna essere già pronti con tutte le
precauzioni possibili: nel caso di produzioni delo-
calizzate è buona norma avere scelto imprenditori
seri con cui collaborare mettendo in essere con-
tratti cogenti che prevedano penali nei casi critici e
avere stretto accordi vincolanti alla segretezza, alla
tutela del know-how ecc. Pronti ad agire anche su
quel territorio”.
Uno sguardo al problema della contraffazione visto
da un punto di vista molto originale è quello di
Andrea Barazzoni, presidente Fiac (Associazione
fabbricanti italiani articoli casalinghi) e presi-
dente Comitato anticontraffazione Anima, il quale
dice:”Nel settore degli articoli casalinghi il pro-
blema principale è l’introduzione sul mercato di
prodotti che non rispettano le regole vigenti sulla
qualità dei prodotti stessi, sul contatto con gli ali-
menti, sull’appartenenza alla lista positiva degli
acciai. Questa è una forma di concorrenza sleale
subdola e pericolosa perché va a discapito della sa-
lute dei consumatori”.
Ugo Pettinaroli, presidente AVR (Associazione ita-
liana costruttori valvole e rubinetteria) entra diret-
tamente in argomento con la sola efficace forza
della segnalazione di un fatto concreto: “Purtroppo
quotidianamente rileviamo la presenza di concor-
renti sleali e di nostri prodotti copiati e contraffatti.
Nel passato abbiamo già documentato e discusso, a
livello di AVR e Anima, un nostro caso di prodotto
contraffatto, e, nonostante un nostro brevetto in
essere e valido in Europa, negli Stati Uniti d’Ame-
rica e in Cina, non è stato purtroppo possibile, con
le sole nostre forze, contrastare l’importazione di
prodotti contraffatti: nella fattispecie clonati da
concorrenti cinesi che hanno continuato a essere
importati in diversi Paesi europei, complice la non
obbligatorietà del marchio di origine”.
Politiche di contrasto.
Sicuramente, aldilà delle
misure e delle precauzioni che le singole imprese
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