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settembre 2014
Un’altra questione è quella della attenta valutazione che
deve riguardare le forme alternative alla proprietà per
l’acquisizione di beni strumentali; in altre parole, il lea-
sing e il noleggio, quando sono realmente convenienti e
utili per le imprese?
Ammortamento accelerato.
“Il leasing presenta
diversi vantaggi rispetto al classico finanziamento fina-
lizzato all’acquisizione del bene - afferma Corrado Piaz-
zalunga - tra questi è opportuno ricordare sia gli aspetti
fiscali, che grazie anche alle recenti politiche di sostegno
all’economia, consentono ad esempio un ammorta-
mento accelerato, sia quelli finanziari, con la possibilità
di copertura anche dell’IVA. A questi poi vanno aggiunti
aspetti tipici del leasing, sia finanziario sia operativo.
Quando parliamo di leasing finanziario, ci riferiamo a
uno strumento finalizzato sostanzialmente all’acquisto
della proprietà del bene a fine locazione, quindi più
adatto a quei beni che, inseriti nel contesto produttivo
dell’azienda, hanno solitamente una vita utile più lunga
del contrattodi leasing: tipicamente l’immobiliare, gli im-
pianti di produzione, i macchinari importanti ecc. Se par-
liamo invece di leasing operativo, viriamo sulla formula
del noleggio e quindi sostanzialmente sul ‘godimento
del bene’. In questa formula, la proprietà del bene è sem-
pre di un terzo soggetto: della società concedente per
tutta la durata contrattuale e solitamente del fornitore
a scadenza del noleggio. Il leasing operativo viene uti-
lizzato maggiormente per finanziare tutti quei beni ad
alta obsolescenza tecnologica e per tutti quei beni fina-
lizzati alla realizzazione di una singola iniziativa. Inoltre
è opportuno sottolineare il concetto della proprietà del
bene: quest’ultima resta sempre in capo al concedente,
pertanto l’azienda utilizzatrice è schermata rispetto alle
problematiche inerenti la proprietà, potendosi concen-
trare sulla gestione e sulla produttività del bene”.
e sostituzione. L’evoluzione di tali processi, e delle deci-
sioni collegate, ha imposto al management aziendale di
valutare con attenzione alcuni strumenti di gestione in-
dustriale con particolare attenzione alla dinamica finan-
ziaria. Negli ultimi anni, questo processo ha comportato
svariate opzioni, che si sono via via sostituite al classico
acquisto, con relativo carico a cespite e ammortamento
predeterminato, e al ben noto leasing, rappresentando
al mercato alcune soluzioni estremamente flessibili ed
economicamente interessanti”.
Il problema delle risorse.
Sul bilanciamento teorico e
pratico che deve essere valutato nel giudicare le misure
di cui stiamo parlando, in particolare sulla distanza che
corre fra esigenze reali e risorse messe in campo dal go-
verno, si esprime ancheAldo Tassoni, senior partner dello
Studio Tomasin Commercialisti di Venezia. Consulente di
Ucimu sistemi per produrre e di Federmacchine: “Tanto
la legge Sabatini bis quanto le novità fiscali in materia di
leasing sono dirette, a mio avviso, allo scopo di consen-
tire alle imprese di effettuare investimenti in nuovi mac-
chinari superando l’ostacolo costituito dalla esiguità dei
fondi messi a disposizione dal sistema bancario a questo
scopo. La finalità, quindi, è senza dubbio ottima - dice
Tassoni - resta da vedere se gli strumenti sono adeguati.
Della Sabatini viene, giustamente a mio avviso, lamen-
tata una certa farraginosità e lentezza nel sistema di ero-
gazione dei fondi. Anche le risorse messe in campo (2,5
miliardi di euro in prima battuta) sono state giudicate da
molte parti del tutto insufficienti per dare un significativo
scossone agli investimenti nazionali. La Sabatini costitui-
sce comunque una opportunità interessante soprattutto
se combinata con il nuovo trattamento fiscale previsto
per il leasing. La combinazione delle due misure può
effettivamente offrire margini di convenienza piuttosto
interessanti agli investitori”.