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settembre 2014
da tutelare. In certi casi si può anche decidere se
tutelarsi o no: può essere inutile e dispendioso
brevettare tutto comunque; l’importante è inter-
venire solo su ciò che costituisce a tutti gli effetti un
fattore di successo… se creo, se innovo, allora l’a-
zienda vale e devo brevettare. Rispetto al passato
sono cambiate molte cose: anni fa la tendenza era
a brevettare ogni tanto singole e particolarmente
significative idee ma oggi si può brevettare ad
esempio anche l’utilizzo nuovo e creativo di ciò che
magari è già esistente”. Daniela Mainini sottolinea
anche come sia fondamentale cercare di prevenire
le contraffazioni, dato che poi, quando il furto del
proprio lavoro si è già consumato, il problema da
affrontare è molto più grande. A maggior ragione
in Italia dove ci sono tantissime PMI con forte con-
notazione innovativa che hanno un grande patri-
monio immateriale, e questo, volendo, è anche un
valore che potrebbe essere acquistato magari da
grandi aziende. Questo significa che le imprese de-
nienti che possiamo immaginare); per non parlare
del danno di immagine che subisce un costruttore
nel vedere il suo marchio accostato a prestazioni
non conformi agli standard preposti.
Quali sono i temi più scottanti che riguardano que-
sto fenomeno? E come è possibile intervenire per
cercare di arginarlo al meglio? Ne abbiamo parlato
con esperti e addetti ai lavori per raccogliere in
queste pagine una serie di elementi utili e di spunti
stimolanti.
L’importanza della prevenzione.
Daniela Mainini,
presidente ‘Centro studi anticontraffazione’ e re-
sponsabile del ‘Desk anticontraffazione’ di Anima,
mette prima di tutto l’accento sulla necessità che
l’impresa abbia uno sguardo lucido dei propri beni
immateriali.
“Un buon manager - dice Mainini - deve avere una
visione strategica del proprio ‘intangible’ che è a
tutti gli effetti un patrimonio anche economico
DanielaMainini,
presidente
‘Centro studi anticontraffazione’
e responsabile del ‘Desk
anticontraffazione’ di
Anima
: ”Fare
sistema, fare rete è fondamentale, un
conto è difendere i diritti di uno solo,
un conto quelli di un intero comparto.
Tutelarsi nel mondo con brevetti è
costosissimo (si tenga presente ad
esempio che non è prevista alcuna
incentivazione fiscale per le società
che brevettano). Uno degli sviluppi
che vedo in un prossimo futuro
riguarderà senz’altro una difesa del
Made in Italy basata su iniziative di
class-action”.
“In una società globale è
impensabile che sia la singola
azienda che da sola possa tutelare
e difendere le proprie ragioni -
afferma
Andrea Barazzoni
,
presidente
Fiac
(Associazione
fabbricanti italiani articoli
casalinghi) e presidente Comitato
anticontraffazione Anima -
servirebbe da una parte un sistema
di controllo e di repressione degli
abusi che funzionasse e dall’altra
favorire e agevolare la possibilità
di realizzare brevetti e di renderli
efficaci a livello internazionale
(pratica estremamente costosa)”.
“La volontà e la determinazione di
singole aziende non bastano di certo
– dice
Ugo Pettinaroli
, presidente
AVR
(Associazione italiana
costruttori valvole e rubinetteria)
- i nostri vertici e i nostri ‘past
presidents’ di AVR, come Maurizio
Brancaleoni e anche il nostro attuale
presidente di Anima, Sandro Bonomi,
se ne sono occupati in passato e
se ne stanno ancora occupando
oggi. Sicuramente anche io, come
neo presidente AVR intendo dare il
mio contributo a favore di questa
battaglia, legata anche al ‘Made in’
con azioni efficaci”.
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