Rivista_di_Meccanica_179 - page 31

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giugno 2014
prevalentemente all’estero, dove è ben conosciuta e ap-
prezzata, con un fatturato ottenuto per oltre il 90%gra-
zie all’esportazione; mentre Sirmu ha invece, da sempre,
rapporti con i principali e importanti utilizzatori di torni
verticali sul mercato italiano, a cui unisce una buona pre-
senza anche all’estero. L’unione tra queste due tipiche
aziende italiane dalle dimensioni medio piccole, che,
pur con prodotti simili, si rivolgono tuttavia a segmenti
produttivi emercati diversi, porterà dunque a sviluppare
maggiormente i rapporti con i principali utilizzatori di
torni verticali in Italia, oltre a consolidare l’offerta verso
l’estero e a rafforzare la presenza del Gruppo IMT In-
termato nel settore ferroviario ed energetico, con l’o-
biettivo di raggiungere in un paio d’anni un fatturato
complessivo di 60 milioni di euro.
IMT Intermato ha direttamente alle dipendenze 120
addetti, ai quali si aggiungono quelli che operano nelle
aziende controllate e presso i subfornitori. Per quanto
riguarda Sirmu-MT, la nuova società ha già assorbito
17 dei 33 dipendenti della Sirmu, contando di poter in
tempi brevi potenziare il numero degli addetti.
Quali sono i contorni della vicenda che hanno portato
all’operazione di acquisizione di Sirmu?
“Il contesto in cui si è avviata la trattativa d’acquisizione
deriva dalla crisi che ha colpito il settore della macchina
utensile negli ultimi anni e che ovviamente si inserisce
in un quadro economico generale di forte calo degli in-
vestimenti sia in Italia sia in generale in tutta l’Europa.
La Sirmu è sempre stata particolarmente attiva nei set-
tori del ferroviario e dell’energetico, settori che hanno
avuto un ridimensionamento dei progetti. Pur avendo
Sirmu un programma produttivo molto simile a parte
della produzione di IMT Intermato, avevamo verificato
sbocchi differenti degli impianti e questo è stato l’ele-
mento che ha destato l’interesse nostro per l’acquisi-
zione dell’attività atta ad avere un marchio prestigioso
che da oltre trent’anni opera con competenza e serietà nel
settore dei grandi torni verticali, dove è ben conosciuto e
apprezzato”.
Possiamo conoscere le linee strategiche che guideranno lo
sviluppo della nuova realtà produttiva?
“Le due società dovranno sfruttare tutte le sinergie al fine
di poter accrescere contemporaneamente il bagaglio tec-
nologico di entrambe, avendo per contro risparmi econo-
mici dati da utilizzo di funzioni comuni. Non è prevista
nessuna fusione tra le due produzioni e tanto meno tra
le due società che dovranno invece sempre più essere in-
dirizzate a conquistarsi spazi in specifici settori merceolo-
gici senza cannibalizzazione tra le due produzioni. Oltre a
questo, contiamo di dare maggiore importanza all’export
extra-CE di Sirmu–MT e, per contro, far meglio conoscere
i prodotti IMT Intermato nel mercato CE anche fuori dal
settore automotive”.
Dal punto di vista dei mercati geografici di sbocco le due
ex società sono abbastanza complementari, dal punto di
vista del prodotto invece quali aggiustamenti sono neces-
sari?
“Come detto, in generale la fascia dimensionale dellemac-
chine ha delle grandi analogie, ma le due aziende hanno
poi sviluppato personalizzazioni specifiche. Un prodotto
che sarà a totale appannaggio di Sirmu-MT sarà quello per
il settore ferroviario che porterà anche a una crescita del
programma di produzione finalizzata a poter disporre di
una gamma di soluzioni atta a soddisfare l’intero processo
produttivo. Nata per ottemperare a quanto sopra è anche
la nuova serie di macchine VTE, destinate alla lavorazione
di finitura, che stanno riscuotendo successo anche in altri
settori e anche queste macchine con motore ‘torque’ sa-
ranno prerogativa del marchio Sirmu-MT. Altro impor-
tante settore che continuerà a essere seguito da Sirmu-MT
e che non trova nessuna alternativa in IMT Intermato è la
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