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Speciale
anteprima
crescita dell’11%. Il Giappone è stato
la terza maggiore destinazione, con il
12,8% delle unità vendute e un incre-
mento del 17%, mentre la Corea ha
assorbito il 10,8% delle vendite, con un
aumento del 16%. Infine, in Germania
è andato l’8,7% delle vendite, segnan-
do un +10%. L’Italia si colloca al setti-
mo posto nella graduatoria, con il 2,7%
dei robot venduti nel mondo, subito
dopo il 3% assorbito da Taiwan.
L’Italia nel mondo
Nel contesto mondiale del mercato
dei robot, l’Italia è passata dal quinto
posto per unità installate del 2012 al
sesto posto nel 2014, mantenendo
invece il secondo posto in Europa
dopo la Germania. Dei robot installati
nel mondo, infatti, il 20% si trova in
Giappone, il 15% in Nord America
(Stati Uniti, Canada e Messico), il 13%
in Cina e il 12% a parità in Germania
e Corea, mentre il nostro Paese è al
sesto posto con il 4%, per un totale
di 59.823 unità installate nel 2014.
“L’Italia detiene però un suo primato
- commenta Appendino -: siamo infatti
primi al mondo nel rapporto percen-
tuale tra robot industriali e macchine
utensili, fatta esclusione per compo-
nenti e accessori, percentuale che
nel nostro Paese è pari al 32,4%. Un
primato che detiene dal 2011, e degno
di nota considerando che Giappone,
Germania e Stati Uniti sono sotto al
20%, e che sotto al 10% si trovano
sia Corea che Cina”. Relativamente
alle unità vendute nel mondo, l’Italia
è anche qui il secondo mercato in
Europa, mentre passa dal sesto posto
del 2012 al settimo del 2014, con una
percentuale del 2,7%, pari a 6.200
robot venduti in Italia nel corso del
2014, in crescita del 32% (del 39,4%
secondo dati Siri), dato che dopo un
periodo di forte debolezza tra 2010
e 2013 rappresenta il secondo più
alto livello dopo il 2001, mostrando
un forte segnale di ripresa per il set-
tore nel nostro Paese. Infine, l’Italia
è scesa al nono posto per densità di
robot installati per numero di addetti,
scendendo dal quinto posto detenuto
nel 2012 nella classifica guidata dalla
Corea, con quasi 500 unità per 10.000
addetti nel manifatturiero, con a segui-
re Giappone e Germania, intorno ai
300, e Svezia, appena sotto le 200
unità. L’Italia è quasi allineata con
USA e Taiwan, con circa 170 unità.
Settori e applicazioni
Tra i settori di più forte adozione di
robot, l’automotive ha assorbito il mag-
gior numero di unità installate nel 2014,
seguito dal settore elettrico ed elettronico,
e quindi da quello dei metalli, dal chimi-
co, dal settore della gomma e plastica
e dall’alimentare, con vetro e ceramica
in fondo alla graduatoria. Per quanto
riguarda invece le applicazioni, i robot
installati hanno trovato più largo impiego
nella manipolazione, seguita da saldatura
e assemblaggio, e quindi nel dosaggio di
Robot in Italia nel 2015
Secondo l’indagine Ucimu sulla robotica in Italia nel 2015 (effettuata su un campione di 29 aziende del settore), dopo un 2012 negativo, il nostro Paese ha
visto un continuo trend di crescita della domanda, passando da un consumo di 4.294 unità nel 2012 a 6.739 unità nel 2015, con un tasso medio annuo di
+11,9%. In particolare, in Italia nel 2015 sono stati prodotti 3.676 robot, +4% sul 2014, il 60% dei
quali è stato venduto all’estero. Sono cresciuti anche i consumi, +3,3% a quota 6.739 unità, domanda
che è stata soddisfatta per il 79% da costruttori stranieri: i robot importati sono stati infatti 5.325,
+24,3% sul 2014. Il principale campo di applicazione è stata la manipolazione, con il 68,4% del totale
robot consumati, e in crescita del 9,5%, impiegando per l’83% robot di tipo articolato (3.809 unità
contro 466 unità di robot cartesiani e 259 di scara). Segue la saldatura con il 16,6% dei robot, tutti
di tipo articolato, con una domanda scesa del 24,5%, mentre l’assiemaggio ha assorbito il 6% dei
consumi. Vengono poi la distribuzione di sostanze, con il 3,2%, e il taglio, con il 2,5%. La produzione
di motoveicoli è in testa nei settori di sbocco con 681 unità, seguita dai prodotti metallici, con 657, e
dai prodotti in plastica, 541. Seguono quindi la produzione di parti e accessori per motoveicoli, 456
unità, prodotti alimentari e bevande, 408 unità, e macchinario, 385 unità.