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ti alla politica e al contesto internazionali,

più che all’effettiva capacità commerciale

delle imprese. Soprattutto, è necessario

fare sistema tra aziende dello stesso

Paese e tra Governo e imprese, perché

sempre più in questi anni le politiche

commerciali ed estere devono essere

forti e legate indissolubilmente fra loro.

Per potersi aiutare a vicenda, difendendo

un unico made in Italy”. Gli USA si con-

fermano prima destinazione dell’export di

meccanica Made in Italy con una perfor-

mance difficilmente ripetibile nei prossimi

anni. Il fatturato dal 2011 al 2015 è, infat-

ti, quasi raddoppiato passando da 1,5

miliardi di euro a ben 2,7 miliardi di euro.

Effetti Brexit e sanzioni

Potenzialmente la definizione del Ttip, il

trattato di libero scambio tra USA ed UE,

potrebbe portare ulteriori vantaggi per le

imprese italiane che, a fronte di una pro-

babile riduzione dell’export in UK, facil-

mente immaginabile dopo il voto Brexit,

troverebbero ulteriori opportunità e spazi

di crescita verso un mercato anglosas-

sone, in realtà ben più grande di quello

inglese. Il Regno Unito è il quarto Paese

di destinazione dell’export della meccani-

ca italiana, con scambi pari a 1,2 miliardi

di euro nel 2015. Il risultato del referen-

dum non lascerà invariata la situazione.

L’ipotesi di dazi doganali e di barriere

all’ingresso, oltre al deprezzamento della

sterlina, hanno già messo in guardia le

imprese manifatturiere che vantano l’UK

tra i mercati di riferimento come nel caso

di valvole e rubinetti, impianti termici,

turbine e pompe.

Il secondo mercato di destinazione per

la nostra meccanica è rappresentato

dalla Germania che, dal 2011 al 2014,

ha registrato un leggero calo recuperato

di slancio nel 2015 con un + 9% rispetto

al 2014. Terza posizione per la Francia,

verso la quale, negli ultimi 5 anni, si è pro-

gressivamente ridotto il valore complessi-

vo del nostro export passando da 2,3

miliardi di euro a poco più di 2,1 miliardi

di euro. Per quanto riguarda l’Asia e i

Paesi Extra UE, sono da notare l’Arabia

Saudita e la Russia, legati entrambi al

prezzo del petrolio e all’instabilità politica

del Medio Oriente. L’Arabia Saudita è un

esempio di partner commerciale delle

nostre imprese che negli anni hanno

visto la richiesta di meccanica italiana

passare dai 582 milioni di euro nel 2011

ai 937 milioni di euro nel 2015 ma che

oggi rischia di rallentare bruscamente

questa crescita. Lo stesso si può dire

per la Russia, che è passata dagli 1,25

miliardi di euro di fatturato nel 2013 agli

859 milioni di euro, anche a causa delle

sanzioni verso la UE oltre che della crisi

valutaria vissuta nello stesso periodo.

La conferma delle sanzioni a partire dal

1 luglio 2016 certamente non migliorerà

la situazione per l’export italiano verso

l’importante mercato russo.

@lurossi_71

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Speciale

anteprima

L’andamento dei flussi dell’export della meccanica italiana verso i principali Paesi di destinazione.

Fonte: Ufficio Studi Anima.

Export dellameccanica italiana