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posti di qualità che erano di mio nonno.

Siamo riusciti a non esternalizzare la pro-

duzione, ma anzi a creare valore nel no-

stro territorio, grazie alla collaborazione

dei nostri artigiani fiorentini. Allo stesso

tempo, abbiamo creato un’azienda proiet-

tata verso l’estero”. Ovviamente non sono

mancate le difficoltà. Un esempio? “È sta-

ta una scelta difficile quella di rinunciare

a un fatturato importante - racconta - che

derivava dalla produzione in serie. M alla

fine si è rivelata una scelta giusta. Oggi si-

curamente il nostro fatturato è più basso,

ma l’azienda è più redditizia”.

Valorizzare la manovalanza del territorio

rimane un principio di base, pur con le

difficoltà che comporta la ricerca di bravi

professionisti.

“La ricerca di questi artigiani è faticosa,

ma per fortuna siamo in un distretto ce-

ramico da cui possiamo attingere. In pro-

spettiva vi saranno sempre meno giovani,

ma in prospettiva è un mondo che sta

scomparendo. Purtroppo non tutti sono

in grado di occuparsi della decorazione

della porcellana, ma soprattutto a pro-

durla oggi siamo rimasti in pochi”.

Pochi ma buoni, verrebbe da aggiungere.

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in collaborazione con

Perché sono oggetti da ammirare, sicura-

mente non comuni.

“Noi produciamo sul venduto e sul per-

sonalizzato. Talvolta siamo costretti a ri-

nunciare a mercati che richiedono conse-

gne door-to-door, a commesse dai tempi

stretti - spiega -. D’altro canto i nostri og-

getti si caratterizzano la loro unicità: un

pezzo non è mai uguale all’altro, anche

nel colore. E questo, proprio per il tipo di

porcellana che produciamo, una delle mi-

gliori in Europa”.

E aggiunge: “ La porcellana è una materia

viva, si muove in cottura e un pezzo non è

mai uguale all’altro. Utilizziamo materiali

pregiati, paralumi in seta pregiata. Ecco

perché i nostri pezzi sono unici”.

Associazionismo, una passione

Giacomo Lucibello è vice presidente dei

Giovani Imprenditori di Confindustria,

nella squadra di Alessio Rossi, eletto do-

po essere stato da 2014 presidente dei

Giovani Imprenditori della Toscana. Ma

il suo impegno nell’Associazione parte da

lontano. In Confindustria Lucibelllo entra

infatti nel 2006. “Nasce come una neces-

sità. Dopo essere entrato nell’azienda di

famiglia, ho dovuto affrontare la malat-

tia del nonno, che era la mente di tutte le

aziende. È stato importante perché l’im-

prenditore è spesso solo ad affrontare le

proprie scelta. L’associazione è stato un

momento di condivisione di passioni, di

tecniche, di strategie. Aiuta a compren-

dere la vera cultura di impresa, ma è im-

portante anche per la crescita personale.

Da qui nasce il nostro legame, ma anche

il nostro entusiasmo, per un’associazione

che è ‘scoppiettante’ di cultura”. La do-

manda che nasce spontanea riguarda i

problemi che oggi un giovane imprendi-

tore deve affrontare, che tipo di strumen-

ti dovrebbero essere messi a disposizione:

“Di sicuro una politica che tende la mano

alle imprese è una politica che tende la

mano al Paese, anche a livello psicologi-

co. Sono state fatte alcune azioni positi-

ve, che non hanno ostacolato il lavoro

- dice - e questo è sicuramente positivo.

Di certo, però in Italia è ancora molto dif-

ficile fare impresa, rispetto ai nostri com-

petitor stranieri siamo sicuramente svan-

taggiati. Ma siamo ancora qui, con tanto

impegno ed entusiasmo”.

@anto_pelle