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Company museums:

conserving the past

to inspire the future

Germania, l’Inghilterra e l’Olanda, i mu-

sei d’impresa, i quali trovano la massima

diffusione intorno agli anni 80-90.

Originati da un’azienda, i musei d’impre-

sa sono la manifestazione del ‘saper fa-

re’ raccontata direttamente dall’impresa

che l’ha generato e che continua ad ali-

mentarlo, perseguendo nel tempo un’a-

zione modernizzatrice all’interno della

società. Il prodotto industriale seriale

perde così i propri connotati puramente

materiali per divenire simbolo del pro-

gresso civile e culturale. L’autocelebra-

zione di un’impresa attraverso l’apertura

di un museo dal punto di vista manage-

riale, perché bisogna comunque tenere

ben presente che ogni investimento che

un’azienda compie deve avere un obiet-

tivo ed un ritorno, si inquadra all’interno

di una serie di attività possibili mirate

alla diffusione del brand e dell’immagi-

ne aziendale, ed è per tale ragione che i

musei d’impresa possono essere conside-

rati veri e propri strumenti di Corporate

Communication.

Il gusto della convivialità

oggetti, documenti, cimeli di famiglia

che raccontano questa bella realtà im-

prenditoriale che è stata tra i protago-

nisti della rivoluzione culturale sociale

contemporanea, modificandone usi e

costumi. Chi potrebbe negare che la ri-

tualità diffusa del ‘caffè espresso al bar’

non sia frutto di tutto ciò?

E cosa dire del conviviale rito dell’aperiti-

vo? Appuntamento tanto amato da mol-

ti giovani e meno giovani specialmente

al Nord Italia. E si, perché se l’aperitivo

nasce a Torino nella bottega di liquori

di Antonio Benedetto Carpano che nel

1786 inventa il vermut è Milano la città

dell’aperitivo per antonomasia. Così, se

tra un drink e qualche nocciolina voles-

simo saperne di più potremmo andare a

visitare un luogo davvero unico: la

Gal-

leria Campari

, realizzata all’interno del-

la sede storica dell’azienda, ridisegnata

poi dall’architetto Mario Botta, nell’area

di Sesto San Giovanni a nord di Milano.

Ripercorre la storia del marchio Campari

significa ripercorrere la storia del design

e p

Armani Silos interior 2 (credit Davide Lovatti).

Since the 1970s, we have been

witnessing in Italy the growing desire

to spread the history of enterprise,

which initially saw the historical

archives being organised and opened

to the public, but gradually, as

industrial archaeology took a foothold

in our country, paid attention also to

architecture and machinery, to later

include the valorisation of individual

manufactured objects, the fruit of

manufacturing or somehow related to

the same. And it is from this process

of reclaiming the collective memory

regarding production that in Italy,

on the wave of what was happening

in countries like Germany, England

and Holland, company museums were

opened, reaching their height in and

around the 1980s-90s.

Created by a company, these museums

are the manifestation of ‘know how’

narrated directly by the company that

generated it and continues to feed it,

an act of modernisation within the

company over time. The industrial

product thus loses its purely material

meaning to become a symbol of civil

and cultural progress. The self-

celebration of a company by opening a

museum, from a managerial viewpoint

- since it is necessary to bear in mind

that each investment by the company

must have a goal and a return - forms

part of a series of possible actions

aimed at promoting the brand and

the company image, and that is why

company museums can be considered

real Corporate Communication tools.

Some cases in point include Officina

Rancilio 1926, Galleria Campari,

Museo del cappello Borsalino, Museo

Salvatore Ferragamo, Armani / Silos

Museum, Ferrari Museum, Alfa Romeo

Museum.