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rilevato l’azienda dallo zio e l’aveva tra-

sformata in un rinomato pastificio indu-

striale, tanto che nell’89 ricevette il pre-

mio quale miglior pastificio d’Europa. E

poi, un evento tragico. “Dopo la scom-

parsa improvvisa di mio padre, la mia

famiglia decise di vendere il pastificio

investendo in altri progetti, tra cui la ge-

stione di una catena di supermercati. Nel

2006, il nostro abituale fornitore di pa-

sta ricevette commessa superiore alle sue

aspettative e non fu in grado di fornirci

la pasta. I miei fratelli, forse ascoltando il

‘richiamo’ delle generazioni passate, de-

cisero di acquistare un macchinario per

poter produrre il quantitativo necessario

a soddisfare i nostri supermercati. E così,

quasi per caso, abbiamo ripreso questa

attività. Era il 2007, e quando abbiamo

riaperto il pastificio lo abbiamo dedicato

a nostro padre”.

E da un primo macchinario e due for-

mati di pasta oggi l’azienda ha investito

in tecnologia ed è in grado di produrne

140, la cui peculiarità sta nel fatto che si

tratta di pasta artigianale, che oltre alla

qualità lascia spazio alla creatività.

“Abbiamo inventato la pasta a pezzo

chiamata ‘a Caccavella’ (che in italiano

significa pentola) - racconta Moccia -

che è una delle più geniali invenzioni

di Antonino, mio fratello anche chia-

mato ‘il Pastaio’. È lui che custodisce

gelosamente le ricette, l’inventore

di questa pasta monoporzione che è

la più grande al mondo, con un peso

netto di 50 g e un diametro di circa 10

cm”. E aggunge: “Il nostro fiore all’oc-

chiello è la pasta al caffè, realizzata in

collaborazione con caffè Kimbo e con

la facoltà di farmacia dell’Università

Federico II di Napoli. La pasta al caffè

Kimbo è frutto di anni di studio e ricer-

ca: la polvere di caffè, presente all’8%

nell’impasto tradizionale di acqua e se-

mola di grano duro, aggiunge al pro-

dotto il suo importante corredo di an-

tiossidanti e composti bioattivi. La caf-

feina (che resta nell’impasto per il 70%

dopo la cottura), l’acido caffeilchinico,

l’acido clorogenico e l’acido caffeico

sono potenti antiossidanti contro i ra-

dicali liberi. Da uno studio condotto

The 4.0 Art of making

pasta

In Gragnano, the production of pasta is

an art, an Italian heritage, made of history

and tradition. The “Fabbrica della Pasta

di Gragnano”, managed by Susanna

Moccia together with her siblings combines

the traditional principles, inherited from

the current owners’ father, with modern

technologies. It is an artisan company,

relatively young, that however has a history

of tradition; a heritage of “secrets” that

allowed it to establish its presence in the

best gourmet restaurants and food specialty

stores. And thanks to this artisan art of

making pasta, its products are appreciated

by the best chefs, and from Campania they

are sent all over the world: Japan, Brazil,

Australia, Canada, and Europe.

How was the “Fabbrica della Pasta di

Gragnano” born? “Maybe by chance,

or also because, ironically, I like to say

that in the veins of the inhabitants of

Gragnano, in addition to blood, durum

wheat flows ... Surely my family has felt

compelled to return to its origins: we grew

up in the family pasta factory and since

we were children we breathed the air of

the company,” says Moccia. After the

sudden death of their father, however, the

family decided to sell the pasta factory by

investing in other projects. “But in 2007 we

reopened the pasta factory and dedicated

it to our father. And starting with one

machine and two pasta shapes, today the

company has invested in technology and is

able to produce 140, whose peculiarity lies

in the fact that it is artisan pasta, which

in addition to quality leaves room for

creativity. “We invented the pasta called

‘a Caccavella’ (which in Italian means

pot),” says Moccia, “which is one of the

most ingenious inventions of Antonino, my

brother, also called the ‘Pastaio’, but also

coffee-pasta, made in collaboration with

Kimbo coffee and the pharmacy faculty of

the University of Naples Federico II”.

marzo 2018

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