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giugno 2017

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elettriche di grande potenza, ospita in

modo permanente l’installazione ‘I Sette

Palazzi Celesti’ di Anselm Kiefer, che, per

l’altezza che la caratterizza ed i materiali

di cui è composta (cemento armato, mo-

duli di container e elementi in piombo)

si armonizzano perfettamente con l’am-

biente industriale nel quale ha trovato

collocazione.

A Roma il Macro si fa due, e si, per-

ché due sono in realtà le sedi del Mu-

seo d’Arte Contemporanea di Roma: il

Macro di via Nizza

nella ex fabbrica di

birra Peroni e il

Macro Testaccio

all’in-

terno dell’ex Mattatoio. Costruito tra

il 1888 e il 1891 da Gioacchino Ersoch,

l’ex Mattatoio si impone nell’ambito

dell’architettura industriale dell’epoca

per la modernità e l’originalità delle

forme. Oggetto di recupero nella sua

interezza, dal 2002, all’interno di due

capannoni, il complesso edilizio ospita

il Macro Testaccio al quale è stato af-

fiancato successivamente lo spazio La

Pelanda: 5.000 mq per esposizioni, atti-

vità formative e laboratori. Il Macro di

via Nizza, in centro città, occupa invece

una parte di quella che fu sino al 1971

la Società Birra Peroni. Risultati insuffi-

cienti gli spazi ceduti al Comune e de-

stinati a museo, nel 2000 venne indetto

un bando, vincitrice del bando l’archi-

star francese Odile Decq che con la sua

Where the deafening noise of machinery

once filled the days of hundreds of workers

engaged inmechanical tasks, it is no

longer the factory siren that spurs people

to work, but the rhythmof colors, music

and art. About 50 years ago in England,

the discipline of industrial archeology was

born, with the aimof uncovering, studying

and preserving the material and immaterial

remains of the industrial past. It was from

that moment that people started to look

differently at the rich variety of disused

buildings once dedicated tomanufacturing,

indeed all the structures connected to them.

Once identified the value of such structures

and recovered their history, people had to

figure out how to preserve this heritage,

how to prevent the ravages of time and

man fromdestroying a piece of our past

necessary to understand our present and

future, as well as how to turn an abandoned

space into a resource for the betterment of

the city. Rehabilitating industrial spaces

while respecting their identity, avoiding

turning them into anonymous containers

(like somany cases of warehouses and

factories converted into residential

buildings for purely commercial reasons) is

certainly not a simple operation, especially

considering the size of these spaces and the

costs connected to, for example, structural

interventions, reclamation and bringing

themup to code. However, in recent years, a

solution to this problemhas been found by

allocating these spaces to cultural activities.

In this way, by restoring themmore

with an eye towards conservation rather

than transformation, it becomes possible

to preserve the collective memory and

regenerate it in other forms.

So let us embark together on this journey

through our peninsula to discover the places

where manufacturing energy has been

transformed into creative energy.

sul bene e ai procedimenti di bonifica

e messa a norma. Tuttavia, negli ultimi

anni, una soluzione a questo problema

è stata identificata nel destinare questi

spazi a luoghi per la cultura. In tal mo-

do, effettuando un restauro più di tipo

conservativo, è stato possibile preserva-

re la memoria collettiva e rigenerarla

sotto altre forme.

Imbarchiamoci dunque insieme in que-

sto viaggio lungo la nostra penisola alla

scoperta dei luoghi nei quali l’energia

produttiva si è tramutata in energia cre-

ativa, perché del resto si sa: l’energia non

si crea né si distrugge, ma si trasforma.

Dal grigio ai colori

Centri d’arte contemporanea ricono-

sciuti a livello internazionale il Pirel-

li HangarBicocca a Milano e il Macro

di Roma rivitalizzano storici edifici in-

dustriali attraverso le forme e i colori

dell’arte.

Con una superficie pari a 15.000 mq, il

Pirelli HangarBicocca

è uno degli spazi

espositivi più grandi d’Europa. Ricava-

to all’interno di uno degli stabilimenti

Ansaldo-Breda, questo suggestivo spazio

dedicato all’arte è stato inaugurato nel

2004. Oltre ad ospitare artisti internazio-

nali, il Pirelli HangarBicocca, all’interno

dell’area che in origine era destinata

al montaggio e alla prova di macchine

Teatro delle Rocce di Gavorrano (foto Marco Badiani).