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giugno 2017
Tassare i robot
aiuta laripresa?
Di tassare i robot seneparlada tempo, daquando il ParlamentoEuropeohabocciatouna risoluzione
cheneprevedeva l’introduzione. Il dibattitoè statoriapertodaunapropostadiBillGates cheneha
proposto la tassazionepartendodall’assuntoche il robot sostituirebbe il lavoratoreumanoequindi
anche il suoreddito. Lapropostaè stata subissatadacritichecheevidenzianocome rallenterebbe, o
bloccherebbe, il processodi innovazione tecnologica
diFabrizioPatti
tomeno alle primarie) del candidato
socialista francese Benoît Hamon. Tra
gli economisti, invece, la discussione
dura da molto più tempo e si è raffor-
zata da quando, nel 2013, sono stati
pubblicati gli studi di Carl Benedikt
Frey e Michael Osborne della Oxford
University, ampiamente discussi nel
World Business Forum di Davos. Se-
condo i due studiosi il 47% dei lavori
potrà essere sostituito nei prossimi 20
anni dai robot e dai programmi di in-
telligenza artificiale. Perché l’opinione
pubblica globale cominciasse a parlare
del tema su tutti i social network, però,
c’è voluta una breve intervista conces-
sa a ‘Quartz’ da Bill Gates.
Il dibattito è aperto
Secondo il co-fondatore della Micro-
soft, poiché il reddito di un lavoratore
è tassato e da quello si ricavano le tas-
se sul reddito e per la sicurezza sociale
(previdenza e assistenza, ndr), allora se
D
i una tassa sui robot si parla
sempre più insistentemente
da qualche mese. Paradossal-
mente, da quando il Parlamento Eu-
ropeo ha bocciato una risoluzione che
ne prevedeva l’introduzione. Era feb-
braio e la proposta dell’eurodeputata
socialista Mady Delvaux di creare uno
‘status giuridico’ per i robot fu accolta
solo in parte. Rimase la richiesta alla
Commissione Europea di occuparsi di
temi come la sicurezza e il risarcimento
di danni in caso di incidente, questio-
ni che diverranno di grande attualità
quando vedremo circolare per le strade
auto senza pilota. Ma furono impalli-
nati i passaggi che facevano discende-
re dallo status giuridico anche il paga-
mento delle tasse da parte dei robot.
L’argomento era entrato nel dibattito
europeo con un certo rumore un mese
prima, perché proprio l’introduzione di
una tassa sui robot era stato il cavallo
di battaglia (risultato vincente, quan-
un robot arriva a fare le stesse cose si
dovrebbe pensare di tassare anch’esso.
Per Gates, queste tasse permettereb-
bero di finanziare la riconversione dei
lavoratori che si ritroverebbero disoc-
cupati a causa della loro sostituzione
da parte dei robot. Queste persone
potrebbero occuparsi di lavori per i
quali servono ancora l’empatia e la
comprensione umane: l’assistenza agli
anziani, l’insegnamento, il prendersi
cura dei bambini con bisogni speciali
Tutto questo, ha detto a Quartz, “in
parte si può finanziare con i profitti
che sono generati dall’efficienza del
risparmio sul costo del lavoro; in par-
te può venire direttamente può venire
direttamente da qualche tipo di tassa
sui robot”.
Le reazioni non si sono fatte attendere.
Il dibattito tra economisti è stato effi-
cacemente sintetizzato da Silvia Merler
sul sito del think tank Bruegel di Bruxel-
les
(http://bruegel.org/2017/03/taxing-