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giugno 2017

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ria nel mercato dei mini-bond. Da un la-

to - spiega David Sabatini, responsabile

ufficio Finanza dell’Associazione Banca-

ria Italiana - le banche commerciali che

hanno rapporti consolidati con le impre-

se e possono svolgere l’importante atti-

vità di ricerca dei potenziali emittenti

(scouting) e di assistenza. Dall’altro, le

banche di investimento che hanno il

know-how di processo e possono strut-

turare il prodotto (arranger) e ricercare

gli investitori (placement). Il ruolo delle

banche sul mercato del debito privato

è quindi differente rispetto a quello del

mercato del credito o del private equity,

in quanto svolgono soprattutto un ruo-

lo di service provider (come strutturato-

ri dell’operazione, collocatori o advisor

dell’impresa) piuttosto che di risk taker

(come quando finanziano le imprese)”.

I modelli di business delle banche nel

mercato dei corporate-bond possono

essere diversi e con livelli differenti di

complessità. Nel modello più semplice, la

banca si limita a individuare le imprese

clienti che hanno le caratteristiche per

emettere mini bond e affidarle a un al-

tro intermediario o un fondo di investi-

mento specializzato con cui ha un accor-

do di collaborazione. La banca che, in-

vece, già svolge attività nel mercato dei

capitali, o che intende sviluppare questo

business, può integrare l’attività di ricer-

ca di potenziali emittenti tra le imprese

clienti, con quella di assistenza e struttu-

razione dell’emissione di mini-bond e di

collocamento sul mercato. Esiste un mo-

dello più complesso nel quale la banca è

regista dell’operazione: individua le im-

prese emittenti, struttura l’emissione e

promuove un fondo di investimento spe-

cializzato, che sottoscrive i mini-bond.

Il 2016 come è andato?

Un po’ di storia e un faro puntato sui mi-

ni-bond per capire quale sia stata l’evolu-

zione per il 2016 e cosa ci si può aspettare

per il prossimo anno. Per quanto riguar-

da gli investitori che hanno sottoscritto i

mini-bond di taglia inferiore a 50 milio-

ni di euro, il 2016 ha visto confermato il

ruolo dei fondi chiusi di private debt (con

investimenti pari al 31% del totale rispet-

to al campione coperto) ma anche il buon

aumento delle risorse investite dai fondi

esteri, con una quota del 28%. Cala inve-

ce il ruolo delle banche nazionali mentre

si mantiene stabile il contributo delle assi-

curazioni. Per il 2017, le aspettative sono

di nuovo quelle di una crescita in linea

con i dati del biennio passato. Ancora in

gran parte inesplorate sono le potenzia-

lità riferite agli ambiti delle cartolarizza-

zioni dei mini-bond e dei project-bond.

Matteo Pigaiani, head of debt capital

markets di Banca Finint, spiega che il

2017 sarà “un anno di ulteriore consoli-

damento dello strumento. I mini-bond,

mi riferisco alle emissioni sotto i 50 milio-

ni di euro, hanno già sconfitto lo scetti-

cismo iniziale, sebbene il mercato abbia

ancora dimensioni ridotte, e già questo

è un successo. Non credo che, mante-

nendo o accrescendo i volumi attuali,

nel 2017 potremo parlare di impatto sul

tessuto economico/industriale del Paese,

anche se, vedo alcune premesse perché

ciò possa avvenire nel medio/lungo pe-

Mini-bonds: the new

frontier?

According to Angel Gurria, Oecd

general secretary, the Italian mini-

bond instrument is “very exportable”

and represents the model according

to which Italian SMEs can “become

sophisticated and grow overseas”.

Gurria cited this same financing

model during an Oecd event entitled

‘Financing SMEs and Entrepreneurs’.

In short, the underlying principle of the

mini-bond and the intent of the issuing

companies is to assemble a number

of fundable projects with the aim of

finding a form of financing that can be

sustained in the medium to long term,

even ten years or more, to meet the

needs of capital companies which, on

their own, would have difficulty getting

funds from lenders.

According to the Observatory of the

Politecnico di Milano, mini-bonds are

debt securities (bonds and financial

bills) issued by listed or unlisted

companies. Specifically, they are issues

from capital companies or cooperatives

with a maximum of up to 500 million

euros, not open to retail investors. On the

one hand, these securities offer investors

an opportunity to diversify their risk

while giving businesses the possibility

of having substantial cash resources

available over a sufficient timeframe

through a securitization system.

By turning to the market, businesses

can avail themselves of a method of

financing that goes hand-in-hand

with the traditional one, without

replacing it. Mini-bonds are therefore a

complement, rather than an alternative

to bank credit, enabling businesses,

especially micro and small businesses,

to diversify and balance their sources of

funding, with a positive impact on their

creditworthiness.