giugno 2017
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dini europei continua a non possedere
competenze digitali di base.
I tre Paesi più digitalizzati dell’UE sono
anche in testa alla classifica mondia-
le, davanti a Corea del Sud, Giappone
e Stati Uniti. La Slovacchia e la Slove-
nia sono i Paesi dell’UE che hanno re-
gistrato i progressi maggiori. Nono-
stante alcuni miglioramenti, vari Stati
membri, tra cui Polonia, Croazia, Italia,
Grecia, Bulgaria e Romania, sono anco-
ra in ritardo in termini di sviluppo di-
gitale rispetto alla media dell’Unione.
Insomma, l’Italia arranca per quanto
riguarda i cinque componenti dell’in-
dice: connettività (banda larga fissa
e mobile, velocità e prezzi della ban-
da larga), capitale umano (uso di in-
ternet, competenze digitali di base e
avanzate), uso di internet (utilizzo di
contenuti, comunicazioni e transazioni
online da parte dei cittadini), integra-
zione delle tecnologie digitali (digita-
lizzazione delle imprese, commercio
elettronico), servizi pubblici digitali (e-
government), seppur con qualche dif-
ferenza rispetto allo scorso anno.
Connettività e capitale umano
L’Italia ha compiuto progressi grazie
al forte aumento della copertura del-
le reti NGA. La diffusione della banda
larga fissa è ancora bassa, nonostante
i prezzi siano diminuiti. In Europa, la
connettività è migliorata ma insuffi-
ciente per il fabbisogno futuro. Secon-
do le indicazioni del Desi 2017, il 76%
delle famiglie europee ha accesso alla
In terms of digital culture, Italy ranks
25th out of 28, behindGreece, Bulgaria
and Romania.These are the findings of
the 2017Digital Economy and Society
Index (DESI). According to the index of
the EuropeanCommission, our country
has taken steps forwardwith regard
to connectivity, thanks in particular to
improved access toNGA networks. Overall,
the EUhas upped its digital performance
by 3 percentage points compared to last
year, but the process could be faster and the
situation varies fromone member state to
another (the digital gap between the first
and last ranked countries is 37 percentage
points, compared to 36 in 2014). Denmark,
Finland, Sweden and the Netherlands
continue to occupy the top positions. As for
the use of digital technologies by businesses
and the distribution of online public
services, Italy hovers around the middle of
the rankings. Andwhile connectivity has
improved over last year, the poor results in
terms of digital skills risk hampering further
development of the digital economy and
society. Generally, European businesses are
using digital techmore andmore, such as
professional information sharing software
(from26% in 2013 to 36% in 2015), or
for sending electronic invoices (from10%
in 2013 to 18% in 2016).The same goes
for SMBs, which are gradually embracing
digital commerce (from14% in 2013
to 17% in 2016), and fewer than half of
these companies do business in another
EUmember state. With regard to human
capital in Italy, althoughmore people
are online, the level of skill remains low, a
phenomenon that also involves the rest of
the EU, where 44%of citizens continue to
be without basic digital skills.The twomost
digitized countries in the EU - Slovakia and
Slovenia - are also the highest ranked in the
world, ahead of SouthKorea, Japan and the
United States.
di 3 punti percentuali rispetto all’an-
no scorso, ma i progressi potrebbero
essere più rapidi e la situazione varia
da uno Stato membro all’altro (il di-
vario digitale tra il primo e l’ultimo
classificato è di 37 punti percentuali,
rispetto a 36 nel 2014). Danimarca,
Finlandia, Svezia e Paesi Bassi restano
in testa alla classifica.
Il digitale a confronto
Per quanto riguarda uso delle tecno-
logie digitali da parte delle imprese e
erogazione di servizi pubblici online,
l’Italia si avvicina alla media europea.
Rispetto allo scorso anno sono stati
fatti passi avanti in termini di connet-
tività ma gli scarsi risultati in termini di
competenze digitali rischiano di frena-
re l’ulteriore sviluppo dell’economia e
delle società digitali. Nel complesso le
imprese europee utilizzano sempre più
tecnologie digitali, come i software
professionali per la condivisione elet-
tronica di informazioni (dal 26% nel
2013 al 36% nel 2015) o per l’invio di
fatture elettroniche (dal 10% nel 2013
al 18% nel 2016). Lo stesso dicasi per le
PMI che si sono avvicinate al commer-
cio elettronico: dal 14% nel 2013 al
17% nel 2016 e meno della metà di
queste aziende vende in un altro Stato
membro della UE. Per quanto riguarda
il capitale umano, in Italia, sebbene più
persone siano online, le competenze
restano basse. Carenze di competenze
che sono state identificate anche nel
resto della media UE: il 44% dei citta-