probabilità che il mondo raggiungesse gli
obiettivi nel 2030. Inoltre, vi sono delle cri-
ticità sulle quali concentrarsi. Si devono al-
tresì considerare le forti interdipendenze
che esistono tra gli obiettivi. Ad esempio,
l’obiettivo 13 ‘Agire per il clima’, è fonda-
mentale anche per tutti gli altri obiettivi.
La previsione riguarda un futuro razional-
mente prevedibile che non tiene conto
delle possibilità di intraprendere azioni
straordinarie. Il mondo delle imprese può
incidere sulla sostenibilità con l’innovazio-
ne e lo sviluppo tecnologico. Il settore pri-
vato rappresenta quasi il 60% del PIL mon-
diale, pertanto il raggiungimento degli
obiettivi strategici è inconcepibile senza il
supporto coerente da parte di quest’ulti-
mo. Cresce la consapevolezza che le azien-
de non possono conseguire target sosteni-
bili se la società che le circonda non è in
grado di accettare questa sfida. Peraltro è
anche chiaro che le società che si impegna-
no a diventare sostenibili creano opportu-
nità di cr
Le aziende pioniere
Le diciassette aziende riportate sono alcu-
ne tra le pioniere di questa nuova frontie-
ra dello sviluppo sostenibile. Non sono le
uniche nel vasto universo del business, ma
tutte hanno dato l’esempio con decisioni
forti, aprendo sentieri prima inesplorati
e dimostrando leadership rispetto a uno
o più obiettivi strategici. Alcune sono co-
lossi multinazionali, altre sono trainate
dal settore o hanno un focus di nicchia,
mentre una è una start-up. Ciascuno dei
diciassette obiettivi è rilevante per il set-
tore privato, ma ogni azienda attribuisce a
ciascuno di essi un peso diverso. Ognuno
dei diciassette firmatari si è concentrato in
particolar modo su un singolo obiettivo. I
pionieri non hanno separato l’operatività
quotidiana dal lavoro su specifici obiettivi.
Sono stati affrontati come parte integran-
te del business model dell’azienda. Risulta-
no così presenti aziende per cui le espres-
sioni ‘economia circolare’, ‘deforestazione
zero” e ‘democratizzazione dell’energia
solare’ non sono parole, ma un principio
basilare delle proprie strategie. Vi sono
esempi di aziende che hanno scientemen-
te optato (e con successo) per far crescere
e sostenere mercati a beneficio dei pove-
ri. Altre stanno crescendo e assumendo
soggetti emarginati in modo sensato per
il business. Altri ancora non hanno timo-
re di affrontare contraddizioni apparen-
ti: tutelare l’ambiente e fornire proteine
sostenibili a basso costo, un programma
indubbiamente ambizioso. Un’altra priori-
tà è stata quella dell’impegno a che tutti
i prodotti sugli scaffali possano ricordare
storie di sostenibilità.
Si aggiungano le capacità d’innovazione
mirate al sostegno dell’istruzione, al mi-
glioramento della sanità o all’accrescimen-
to della produttività delle microimprese.
Fare tutto questo su ampia scala significa
che questi impegni iniziano a definire
l’essenza del marchio, come nel caso del-
le aziende qui descritte. Tra i casi a titolo
esemplificativo: la società Tata che si è im-
pegnata in zone arretrate agricole in India
per interventi di addestramento di perso-
ne emarginate, riuscendo a far aumentare
il reddito familiare dei soggetti coinvolti;
la società Danone con il progetto ‘local
community’ ha operato per combattere la
malnutrizione ed è riuscita ad arricchire la
dieta dei bambini anemici soggetti a ma-
lattie in alcune zone dell’Africa, attraver-
so ricerche in Cameron e Costa D’Avorio e
incrementando la presenza del ferro nella
dieta con prezzi più bassi del 30%; la so-
cietà Grundfos ha sviluppato soluzioni per
la sostenibilità dell’acqua attraverso l’im-
piego delle tecnologie innovative in colla-
borazione tra il settore pubblico, privato e
sfera civile, nelle aree arretrate.
Occorre altresì segnalare come alcune im-
prese italiane siano anch’esse impegnate
sul tema sostenibilità ambientale. Enel ad
esempio ha ottenuto il riconoscimento
del proprio impegno per la lotta contro il
cambiamento climatico, la governance, il
rispetto dei diritti umani e il contrasto al-
la corruzione con l’inserimento nell’indice
Ftse4good.