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Generazione Erasmus

Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per

gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente

della Commissione Europea, in un dialogo con i giovani

racconta la ‘sua Europa’:

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ricordare due cose: innanzi tutto, com’era l’Europa

sessant’anni fa. Io ricordo i racconti di mia nonna che

parlava di un’Europa divisa dalla guerra e l’incredulità del

fatto che avessimo smesso di combatterci. Ed è la stessa

incredulità che vedo attraverso gli occhi dei nostri partner

nel mondo, che vedono nell’Europa il più grande progetto

di pace che il mondo abbia mai vissuto. Anche la zona del mondo in cui si vive meglio, anche se noi europei ne vediamo

tutti i limiti, e i problemi ci sono, e sono tanti. Ciononostante, siamo quella parte del globo in cui i diritti sono più rispettati.

Siamo la parte del mondo che dal punto di vista economico è cresciuta di più: la seconda potenza economica globale, il

primo partner commerciale. E siamo i primi al mondo per aiuti umanitari. Abbiamo molto di cui essere orgogliosi, ma so

anche che c’è ancora molto da lavorare, per cambiare la nostra Europa e il modo in cui riesce a rispondere ai cittadini. C’è

un’altra cosa di cui andare orgogliosi. Quest’anno si festeggiano anche i trent’anni di Erasmus. ‘Generazione Erasmus’

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europei. Festeggiare insieme sessant’anni di Unione Europea e trent’anni e Erasmus ci dà anche il senso di direzione e

di marcia: investire molto nella cittadinanza europea, ed essere insieme cittadini della propria città, italiani ed europei. E le

tre dimensioni non sono in contrapposizione ma sono complementari l’un l’altra. Nel mondo di oggi penso sia chiaro per

tutti noi che abbiamo bisogno dell’Unione Europea per cogliere le opportunità che il mondo globalizzato ci offre e gestire le

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bisogno ma anche il mondo bisogno. Il 24 giugno dopo il referendum della Gran Bretagna, il commento di molti era ‘questo

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leader si sono trovati per rinnovare una promessa, un impegno, quello di andare avanti insieme. È un modo di riaffermare

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difficile trovare lavoro all’estero e il tra-

sferimento dei diritti pensionistici verso

un altro Stato non sarà garantito; chi si

ammalerà all’estero sarà costretto a pa-

gare fatture mediche elevate.

Nel campo della mobilità gli europei sono

restii a utilizzare automobili connesse a

causa dell’assenza di norme e di standard

tecnici a livello dell’Unione Europea.

‘Chi vuole di più fa di più’. Il terzo sce-

nario, prevede che l’Unione Europea a

27 continui secondo la linea attuale, ma

consente agli Stati membri che lo desi-

derano di fare di più insieme in conte-

sti specifici come la difesa, la sicurezza

interna o le questioni sociali. Si deline-

ano così una o più ‘coalizioni di Paesi

dinamici’. Si tratta dell’Europa a più ve-

locità, dei cerchi concentrici, che piace

alla cancelliera tedesca Angela Merkel

e che piaceva all’ex - presidente fran-

cese Francois Hollande (vedremo presto

che cosa dirà il neo-eletto presidente

Macron) ma che alcuni Paesi aggregati

dell’Est Europa osteggiano per il timo-

re di restare indietro. Di fatto in parte

già esiste con Schengen e l’Eurozona,

ma potrebbe vedere nuove cooperazio-

ni rafforzate tra ‘coalizioni di volente-

rosi’. Gli effetti entro il 2025 saranno i

seguenti: i 15 Stati membri istituiranno

un corpo di polizia e un corpo di magi-

strati per contrastare le attività crimina-

li transfrontaliere; le informazioni sulla

sicurezza saranno scambiate in tempo

reale e le banche dati nazionali saranno

completamente interconnesse. Nel cam-

po della mobilità le auto automatizzate

sono di uso diffuso negli Stati membri

che hanno concordato di armonizzare

le norme sulla responsabilità civile e gli

standard tecnici.

‘Fare meno in modo più efficiente’. Se-

condo questo scenario l’Unione Europea

a 27 si concentra sull’ottenere migliori

risultati in tempi più rapidi in determi-

nate aree politiche, intervenendo meno

nei settori per i quali non se ne percepi-

sce un valore aggiunto. Si circoscrivono

le aree di intervento concentrando le

risorse a disposizione, per raggiungere

risultati più efficaci, in tempi più rapidi.

Entro il 2025 vi sarà un’Autorità europea

per le telecomunicazioni, abilitata a libe-

rare frequenze per i servizi di comunica-

zione transfrontalieri, come quelli utiliz-

zati dalle automobili connesse. Inoltre,

tutelerà i diritti degli utenti di telefonia

mobile e di internet, ovunque si trovino

nell’Unione Europea.

Sarà istituita una nuova Agenzia europea

per la lotta contro il terrorismo che con-

tribuirà a scoraggiare e prevenire gravi

attentati grazie al monitoraggio e alla se-

gnalazione sistematiche dei sospetti.

‘Fare molto di più insieme’. Gli Stati mem-

bri decidono di condividere in misura mag-

giore poteri, risorse e processi decisionali in

tutti gli ambiti. Le decisioni di livello euro-

peo vengono concordate più velocemente

e applicate rapidamente. Rappresenta la

spinta federalista (piuttosto improbabile

dati i venti populisti che spirano sull’Euro-

pa). Effetti entro il 2025: gli europei che, ad

esempio, desidereranno reclamare contro

una proposta relativa a un progetto di tur-

bina eolica e nella loro zona avranno diffi-

coltà a mettersi in contatto con l’autorità

responsabile saranno indirizzati alle com-

petenti autorità europee. Nel campo della

mobilità le automobili connesse circoleran-

no senza problemi in tutta Europa grazie a

norme chiare applicabili in tutta l’Unione

Europea; i conducenti possono rivolgersi a

un’agenzia dell’Unione Europea responsa-

bile di far rispettare le regole.

@anto_pelle

giugno 2017

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