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giugno 2017

Le fabbrichedellacultura

Dallaproduzionematerialeallaproduzioneculturale: storiedi luoghi, di gente, di energie, di

obiettivi edi visioni.Unviaggio lungo l’Italiaalla scopertadei luoghi dell’industriaconvertiti inspazi

culturali, luoghi nei quali lacreatività rigenera lamemoriacome levapropulsivadel fare

diSimonaPolitini

industriale. È da quel momento che si

comincia a guardare con occhio diverso

a quella variegata tipologia di edifici di-

smessi dediti alla produzione ed a tutte

le strutture ad essi connesse.

Una volta però indentificato il bene e

recuperatane la storia, ci si è trovati ad

interrogarsi sul come poter preservare

questo patrimonio, sul come impedire

al tempo e all’incuria dell’uomo di di-

struggere una traccia del nostro passato

necessaria a comprendere il nostro pre-

D

ove un tempo l’assordante ru-

more delle macchine accompa-

gnava le giornate di centinaia

di persone assorte nel compimento di

gesti meccanici, a risvegliare gli animi

oggi non è più la sirena della fabbri-

ca, ma il ritmo dei colori, della musica,

dell’arte. Circa cinquant’anni fa in In-

ghilterra, non a caso, nasce la disciplina

dell’archeologia industriale con l’obiet-

tivo di scoprire, studiare e preservare i

resti materiali e immateriali dell’attività

sente e il nostro futuro, nonché su come

trasformare uno spazio dismesso in una

risorsa per lo sviluppo della città. Riuti-

lizzare gli spazi industriali rispettando

la loro identità, ovvero evitando di tra-

sformarli in contenitori anonimi (vedi

tanti casi di conversione in edilizia resi-

denziale o di riuso per finalità commer-

ciali) non è certo operazione semplice,

soprattutto se si pensa alle dimensioni

di questi spazi nonché ai costi legati

per esempio agli interventi strutturali

Museo del Tessuto di Prato (foto Alessandro Moggi).