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maggio 2017
tradizionali basati sull’asportazione o deformazione
plastica dei materiali.
Inoltre, la maggior velocità con cui è possibile pas-
sare dalle fasi di progettazione a quelle di produ-
zione, e i minori costi delle attività di prototipazione,
dischiudono ulteriori opportunità sul fronte della
personalizzazione dei prodotti, con un’intensifica-
zione del coinvolgimento del cliente sin dalle prime
fasi di ideazione.
Le positive ricadute riconducibili all’adozione
delle tecnologie additive non possono che essere
rinforzate dall’integrazione con i processi di la-
vorazione tradizionale e con i sistemi robotizzati.
Infatti, importanti vendor (DMG Mori, Fanuc ecc.)
stanno presentando sistemi di produzione flessibile
di tipo ‘hybrid’ che hanno la capacità di integrare
nella stessa macchina a controllo numerico teste di
deposizione metallica di tipo additivo con teste di
asportazione di tipo sottrattivo. In questo modo è
possibile definire nuovi cicli di lavoro che ottimiz-
zano l’utilizzo combinato delle diverse tecnologie
in funzione dei tempi di esecuzione e delle tolle-
ranze richieste.
Inoltre, i sistemi di produzione più integrati (mini/
micro-fabbriche) potrebbero permettere di posi-
zionare gli asset produttivi più vicino a determinati
bacini di utenza, riducendo i tempi di risposta al
mercato e gli impatti logistici legati al trasporto dei
beni (logistic and manufacturing postponement).
Un esempio ormai consolidato di questa tendenza
è stato l’ideazione e lo sviluppo del sistema di pro-
duzione di pneumatici Mirs che ha cambiato negli
ultimi 15 anni il modo di gestire i pneumatici di alta
gamma del gruppo Pirelli.
Dall’impresa alla supply chain.
I benefici attesi
dall’adozione di Industria 4.0, come esemplificato
con riferimento all’elemento ‘manifattura additiva’,
sono molteplici e si possono manifestare a livello sia
di singola impresa, sia di supply chain. Tuttavia, al
fine di poter decidere come effettivamente appli-
L
a Prima Rivoluzione Industriale ha utilizzato
la forza del vapore per meccanizzare il lavoro
manuale. La seconda rivoluzione ha utilizzato l’e-
lettricità per sviluppare la produzione di massa.
La Terza ha impiegato l’elettronica e le tecnologie
informatiche per automatizzare la produzione. La
Quarta Rivoluzione o Industria 4.0 prospetta la tra-
sformazione digitale del sistema industriale, grazie
a una combinazione di tecnologie che permettono
di creare fabbriche caratterizzate da macchine e
oggetti capaci di dialogare tra loro e con gli ope-
ratori che all’interno di queste fabbriche lavorano.
Tale trasformazione digitale si sta concretizzando
grazie alla combinazione di più elementi: big-data
& analytics, robot autonomi, simulazione, integra-
zione orizzontale e verticale, internet of things,
cybersecurity, cloud, tecnologia additiva, realtà au-
mentata. Alcuni di questi elementi rendono possibili
cambiamenti nelle logiche e nei metodi di produ-
zione fino a qualche anno fa inimmaginabili. Altri
consentono, da un lato, di governare le fabbriche
attraverso un’intelligenza distribuita e, dall’altro, di
dare origine a paradigmi basati sulla reale collabo-
razione uomo-sistema automatico.
Modelli produttivi ibridi.
Degli elementi sopra
riportati, tutti ugualmente rilevanti, vorremmo ana-
lizzare in particolare la manifattura additiva, poiché
mette in discussione gli assunti di base su cui per
oltre un secolo si è fondata la gran parte dei settori
manifatturieri e crea le condizioni per lo sviluppo
di modelli produttivi ibridi che hanno caratteristiche
rivoluzionarie dal punto di vista sia delle prestazioni,
sia delle architetture: si riducono o in alcuni casi si
annullano i costi e i tempi, in molti casi particolar-
mente rilevanti, per lo sviluppo di stampi e attrez-
zature, elementi insostituibili dei processi produttivi