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rmo

maggio 2017

tutti gli associati, che in vesti diverse si propon-

gono come Technology Provider. Ma dovremmo

iniziare a ribaltare la prospettiva: iniziare cioè

a pensare l’associazione con un ruolo di riferi-

mento per l’intero ecosistema industriale, dai mi-

nisteri che decidono le politiche di finanziamenti

all’innovazione, ai Cluster anche regionali della

Fabbrica Intelligente, allo stesso ambiente ac-

cademico e della ricerca: solo legandosi ed inte-

grandosi con queste realtà si riuscirà a dare peso

alla nostra visione di produttori di macchine”.

Industria 4.0 è anche una rivoluzione culturale, delle

competenze. Nel dibattito se la rivoluzione farà per-

dere posti di lavoro o semplicemente ne muterà le at-

tuali mansioni, lei da che parte si schiera?

“Sono assolutamente dell’idea che i posti di la-

voro non diminuiranno. Anzi. Nel medio e lungo

termine saranno destinati ad aumentare, come è

successo a seguito di ogni rivoluzione industriale.

Bisogna poi mettere in evidenza due aspetti im-

portanti. Rendere le nostre aziende Industre 4.0

significa aumentarne la competitività, quindi

riportare lavoro in Italia. Poi pensiamo a come

cambierà in meglio il modo di lavorare: perché vi

sarà un generale incremento di competenze, con

lavori a maggiore valore aggiunto; e perché, per

quanto tecnologicamente avanzate, le aziende

saranno più a ‘misura d’uomo’”.

Parliamo di internazionalizzazione. Aidam sta pun-

tando molto sul supporto agli associati in questo

senso. Avete aperto due sedi estere e organizzate di-

versi momenti di incontro all’estero. Da quali esigenze

nasce e come vi siete mossi e vi muoverete?

“Aprire nuovi mercati richiede impegno ed ener-

gie. Perciò Aidam, raccogliendo le esigenze dei

vari associati, ha deciso di pianificare azioni mi-

rate per concentrare le risorse su obiettivi co-

muni, uno alla volta. Di sicuro si tratta di dare

continuità a quanto già impostato fino ad oggi.

È poi evidente che il mercato di riferimento, per

quanto detto, rimane quanto meno l’Europa”.

Presidente, per chiudere: quali saranno le linee guida

che caratterizzeranno il suo mandato?

“Una linea guida su tutte: dare maggiore valore

all’associazione e alle sue aziende associate. Per

raggiungere questo obiettivo dobbiamo muo-

verci in diverse direzioni.

Pensare innanzitutto ad Aidam in un ruolo di

riferimento nel settore dell’assemblaggio, e più

in generale del manifatturiero. Solo in questo

modo infatti potremo far pesare la nostra visione

del mercato, le nostre esigenze tecnologiche, e

quindi indirizzare per esempio le politiche di svi-

luppo, anche a livello ministeriale.

Poi l’associazione deve diventare un canale pri-

vilegiato attraverso il quale le aziende associate

colgano le opportunità di crescita tecnologica,

entrando in contatto con le tecnologie di indu-

stria 4.0, e di crescita manageriale, attraverso

formazione e cultura imprenditoriale, che nasca

pure da un reciproco scambio.

Infine, le imprese associate non possono perdere

l’opportunità di collaborare su progetti concreti

di Open Innovation, a stretto contatto con enti

accademici, di ricerca e trasferimento tecnolo-

gico, su obiettivi di innovazione ben definiti”.

@lurossi_71