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rmo

maggio 2015

LUBROREFRIGERANTI

del fluido utilizzato per lubrificare e refrigerare durante

le lavorazioni meccaniche è un po’ trascurato, quasi fosse

unelemento secondario… l’esperienza che stiamo raccon-

tando sta lì a dimostrare il contrario.

“Siamo contenti di aver dato il nostro contributo a questa

innovazionemessa in campodaAlfa Laval - diceGiovanna

Bombardieri, commercialedi Bellini Lubrificanti - ineffetti,

dovendo lavorare il titanio, la scelta di un prodotto a base

vegetale come Harolbio 1 FP risultava quasi obbligata: per

la foratura profonda si devono utilizzare oli molto fluidi,

ma gli oli minerali hanno una soglia di infiammabilità

molto bassa in quelle condizioni e per di più il titanio per

sua natura ‘scalda’ molto e facilmente ‘incendia’…se pen-

siamo che l’oliodi derivazionemineralehaancheun limite

esplosivo possiamo capire quanto sia stata intelligente la

decisione di adottare il nostro prodotto. Harolbio 1 FP, in-

fatti, haunpuntodi infiammabilitàmoltopiùalto rispetto

a un olio minerale con lo stesso grado di viscosità, non ha

con l’emulsione, a un certo punto l’utensile si rompeva ed

eravamo costretti a eliminarlo”. Ma i vantaggi non fini-

sconoqui, l’utilizzodel nuovo lubrorefrigerante ha appor-

tato anche altri cambiamenti positivi.

“Oltre alle migliori prestazioni in foratura, l’olio vegetale

garantisce una maggior stabilità all’ossidazione, un eccel-

lente potere lubrificante (grazie a un coefficiente d’attrito

ridotto di più del 30%) e, di conseguenza, un aumento

della qualità di lavorazione delle superfici - sottolinea

Giana -. Abbiamo avuto un risparmio sul costo degli uten-

sili del 55-60% ma anche una sensibile diminuzione dei

tempi di fermo macchina (-30%) per cambiare le punte;

l’utilizzo di olio di origine vegetale permette inoltre di

ottenere uno standard più elevato in termini igienico

sanitari, ha una biodegradabilità superiore al 90% ed è

esente da derivati petroliferi potenzialmente cancerogeni

per l’uomo. A tutto ciò si aggiunge una soluzione che

abbiamo implementato su due macchine: grazie all’abbi-

namento di un trituratore di truciolo e a un separatore

(centrifuga) recuperiamo e riutilizziamo notevoli quantità

di lubrorefrigerantee così smaltiamo trucioli non contami-

nati con notevole beneficio per l’ambiente”.

Lubrificare… la produzione.

È davvero interessante

notare come così tanti vantaggi siano stati apportati a un

processodi lavorazione ‘semplicemente’ cambiando il pro-

dotto preposto alla lubrorefrigerazione: spesso l’aspetto

Tecnologia… alla piastra

Lo scambiatore di calore è un’apparecchiatura

che permette di trasferire energia tra due fluidi

a temperature diverse. Il tipo di scambiatore più

comunemente utilizzato consiste in un insieme di tubi

paralleli, che costituiscono il fascio tubiero, fissati

a una o due piastre tubiere. L’involucro esterno è il

mantello (shell), che avvolge la parte centrale del

fascio includendo i bocchelli per l’ingresso e l’uscita

del fluido. Alle due estremità il fluido è convogliato

all’interno dei tubi per mezzo di appositi distributori

(inlet e return channels/heads). La realizzazione

delle piastre tubiere in Alfa Laval è una fase molto

importante della lavorazione, sia per le dimensioni

dei componenti sia per i materiali utilizzati. La

gamma delle soluzioni di scambiatori di calore, va

dalle applicazioni più semplici a basse pressioni e

temperature, fino alle condizioni di lavoro più pesanti,

con fluidi aggressivi, a temperature e pressioni elevate

e variabili. Nella foto: scambiatore Styrene Condenser

(fase di trasporto).

Dalla ricerca di

Bellini nascono

diverse soluzioni.

Harolbio

1 FP è un

lubrorefrigerante

a base vegetale.