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settembre 2014
tecnologiche, della quale fanno parte Jobs Automa-
zione (marchi Jobs, Rambaudi e Sachman), player
mondiale nella produzione di centri di fresatura ad alte
prestazioni con sede a Piacenza e Sigma Technology,
attiva da oltre sessant’anni nel settore della meccanica
strumentale e dei centri di lavoro verticali, con sede a
Vigevano. In proposito abbiamo interpellato Antonio
Dordoni (nella foto d’apertura), vice president sales,
marketing & service di Jobs per conoscere strategie e
visioni del Gruppo.
Quali obiettivi vi eravate posti per questo evento?
“Non nascondo che avevo qualche timore alla vigilia di
questa iniziativa organizzata in brevissimo tempo. Ci
eravamo posti tre obiettivi primari: il primo era legato
alla presentazione dell’impianto per la produzione
stampi di BMW in quanto sono macchine molto par-
ticolari in un settore in cui, sebbene presenti ormai da
tempo, non siamo ancora molto conosciuti. Abbiamo,
quindi, colto questa occasione per dare una visibilità di-
versa alla nostra realtà. Il secondo obiettivo era invece
rivolto al nostro mercato principale, l’aerospaziale, per
dimostrare le potenzialità di una macchina particolare,
la Tarkus bimandrino, un ‘chiavi in mano’ che produce
pezzi in titanio di media grandezza, molto complessi.
L’aerospaziale è un settore per noi fondamentale,
dove siamo però più conosciuti per la lavorazione di
parti strutturali in alluminio e composito, meno sulla
lavorazione dei materiali tenaci. Infine, come terzo
obiettivo, questa era l’occasione per stringere rapporti
commerciali nuovi e, magari, riuscire a chiudere delle
trattative che si protraggono da tempo. Posso quindi
attestare che è stato un successo con un bilancio molto
positivo con la partecipazione di oltre 200 aziende in-
teressate, soprattutto sul fronte italiano, sia nella mec-
canica generale sia negli stampisti, ed è la prima volta
dopo tanto tempo che chiudiamo delle vendite in open
house”.
Come si suddivide, oggi, il vostro mercato e quanto vale
il mondo degli stampisti?
“Oggi bisogna ragionare in un modo un po’ differente,
per due ragioni: in primo luogo abbiamo raggruppato
sotto lo stesso tetto, FFG Europe, molti brand diversi con
settori applicativi differenti, tipici di Jobs, Rambaudi o
Sachman. Mediamente il 50% è rappresentato dall’ae-
rospaziale/aeronautica, con trend positivo. L’automotive,
attualmente è in crescita, quest’anno occuperà il 30-35%
e il terzo polo è costituito dalla meccanica generale/ener-
gia e dalle macchine destinate alla subfornitura con la
parte restante del 15/20%”.
Il mercato ‘del chiavi in mano’ si riconferma il vostro
core business?
“Oggi il ‘chiavi in mano’ è il mercato della Jobs, mentre
lo ‘stand alone’ è prevalentemente della Sachman e della
Rambaudi; questo non significa che non avvengano ibri-
dazioni. Lavorare sul chiavi in mano è spesso rischioso,
ma ti permette di crescere molto, grazie alla partnership
con il committente, soprattutto nella scelta di compo-
nenti e accessori. Operare nel settore aeronautico, ad
esempio, è unmestiere che richiede alta professionalità e
‘skills’ sempre più elevati, è quindi molto stimolante, ma
necessita di continuità. Noi investiamo molto nel settore
aeronautico, considerandolo un nostro punto di forza,
come le recenti risorse che abbiamo inserito in questa
LaeVer7DualGantry.
LasedeJobsaPiacenza.