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INCHIESTA
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progettare 375
OTTOBRE
2013
lizzare già macchinari italiani. Dei
non utenti, l’11% ha però utilizzato
macchine italiane in passato. Una
azienda su dieci era inoltre a cono-
scenza della campagna promoziona-
le Machines Italia/ICE, in seno alla
quale si svolge il survey: “Sull’u-
niverso di imprese nordamericane
- spiega Pasquale Bova, direttore
ICE Chicago-Toronto-Montreal - la
cifra è statisticamente notevole, e
l’indagine è servita come momento
di sensibilizzazione anche per le al-
tre, aprendo grandi opportunità per
farle in futuro passare da una prima
consapevolezza all’utilizzo: il 69%
delle imprese ha dichiarato infatti
di aver cominciato a considerare
l’acquisto di macchinari italiani per
le proprie esigenze”.
L’indagine mostra in generale una
diffusa opinione positiva sui mac-
chinari italiani, sia tra utenti che
non utenti, così come dei possibili
vantaggi che possono portare. Tra i
pregi più citati, spiccano l’alta qua-
lità rispetto al prezzo, l’innovazione
tecnologica e la perfetta compati-
bilità con i precedenti modelli di
macchinari. Tra gli utilizzatori, i pun-
ti forza spaziano tra qualità, durata,
affidabilità, precisione e velocità, e
l’ottimizzazione di processi innova-
tivi e l’aumento di produzione sono
tra i principali vantaggi ottenuti.
Pregio spesso menzionato è anche
la capacità di Made to Custom delle
aziende italiane. Per il 47% di chi
ha investito in macchine utensili
italiane, queste hanno contribuito
a realizzare qualcosa di innovativo
che prima non si era in grado di fare,
come consolidare le fasi di produzio-
ne, migliorare la qualità dei prodotti,
aumentare la capacità produttiva
riducendo i tempi di produzione e
creare nuovi prodotti.
Tra i punti deboli citati delle nostre
forniture ci sono invece la disponi-
bilità dei pezzi di ricambio, l’assi-
stenza e il supporto tecnico, oltre
ai costi di manutenzione correlati.
“Ma un’altra cosa molto ricorrente
nei questionari - spiega Giancarlo
Losma, presidente Federmacchine
- è la difficoltà a comunicare con
i fornitori italiani: la non tempesti-
vità delle risposte, e la difficoltà a
comprendere l’inglese usato dalle
nostre aziende. Ma non solo, anche
la difficoltà di navigare i siti aziendali
e reperire le informazioni cercate,
tutti problemi che per lavorare con
le aziende del Nordamerica vanno
affrontati e risolti in fretta”.
Italia e concorrenza estera
L’Italia si posiziona comunque bene
tra i fornitori esteri, subito dopo
Germania, prima per livello di fa-
miliarità, e Giappone. I prezzi sono
però la caratteristica per cui le no-
stre forniture sono percepite come
più competitive di quelle tedesche,
e subito dopo il Giappone. Il nostro
Paese si posiziona al quarto po-
sto come Paese d’origine dei mac-
chinari acquistati di recente dalle
imprese statunitensi, subito dopo
gli Stati Uniti stessi, il Giappone
e la Germania: “Il buy american è
molto sentito negli USA - spiega
Bova - per cui è strategico nella co-
municazione non presentarsi come
‘comprate macchine italiane’, ma
invece come ‘siamo vostri partner
in business, per aumentare la vostra
produzione’”. Per il Canada invece le
forniture italiane sono terze subito
dopo Stati Uniti e Canada.
In generale, tra le caratteristiche che
orientano le decisioni d’acquisto di
nuovi macchinari, è di prima impor-
tanza la conformità alle specifiche
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