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OTTOBRE
2013
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tre i Paesi il manifatturiero è in forte
crescita: le importazioni di macchi-
nari dal mondo in Usa sono salite
del 26% tra 2011 e 2012, passando
da circa 27.080 milioni di euro del
2010 a ben 42.785 milioni nel 2012,
dei quali l’Italia detiene una per-
centuale del 5,7%. Il Canada ha au-
mentato del 12% le sue importazioni
in macchinari, passando da 5.928
milioni di euro nel 2010 a 7.455 nel
2012, con l’Italia a rappresentarne
il 2,64%. Dati dei primi undici mesi
2012 per il Messico parlano invece
di un aumento del 25,96%, da 12.237
milioni di euro del 2010 a 15.155 del
2012, e l’Italia al 7,59% del totale. In
particolare, a spingere la ripresa del
manifatturiero in Usa e Canada è il
fenomeno del re-shoring, per cui le
imprese nordamericane tornano con
decisione a produrre internamente
rientrando dall’estero, generando
una forte domanda di macchinari al
contempo più flessibili e sofisticati.
Utilizzo dei macchinari italiani
Delle circa 600 aziende statunitensi e
canadesi (queste ultime compaiono
per la prima volta nella rilevazione)
che hanno partecipato all’indagine,
tutte con fatturato superiore ai 500
mila dollari, il 27% dichiara di uti-
I PROTAGONISTI
Per
Pasquale Bova
,
il direttore ICE Chicago-
Toronto-Montreal (l’ICE è
l’Agenzia per la promozione
e l’internazionalizzazione,
col compito di agevolare,
sviluppare e promuovere i
rapporti economici e com-
merciali italiani con l’estero):
“sull’universo di imprese
nordamericane la cifra è
statisticamente notevole, e l’indagine è servita come momento di
sensibilizzazione anche per le altre, aprendo grandi opportunità per
farle in futuro passare da una prima consapevolezza all’utilizzo:
il 69% delle imprese ha dichiarato infatti di aver cominciato a
considerare l’acquisto di macchinari italiani per le proprie esigenze”.
Per
Giancarlo Losma
,
presidente Federmacchine
(la federazione nazionale
delle associazioni dei produt-
tori di beni strumentali per
lo svolgimento di processi
manifatturieri dell’industria
e dell’artigianato): “un’altra
cosa molto ricorrente nei
questionari è la difficoltà a
comunicare con i fornitori ital-
iani: la non tempestività delle risposte, e la difficoltà a comprendere
l’inglese usato dalle nostre aziende. Ma non solo, anche la difficoltà
di navigare i siti aziendali e reperire le informazioni cercate, tutti
problemi che per lavorare con le aziende del Nordamerica vanno
affrontati e risolti in fretta”.