PR_374_2013 - page 53

progettare 374
SETTEMBRE
2013
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crescita, dopo il crollo del 2009, e del
nuovo record asoluto.
Un comparto trainante
Per rendersi conto di quanto questo
risultato sia importante per l’econo-
mia italiana, bisogna ricordare che
il saldo complessivo delle merci nel
2012 è stato attivo per soli 11 miliardi
di euro.
Dei tre comparti con saldi attivi, for-
nisce il contributo maggiore l’ambito
‘meccaniche e apparecchi meccanici’
(+48 miliardi), che comprende i mac-
chinari di Federmacchine.
Un altro fattore importante è il pe-
so del settore nel contesto dell’UE.
L’analisi di Federmacchine parte dal
dato generale del PIL: l’Italia pesa per
il 12,6% del reddito complessivo eu-
ropeo e si trova al quarto posto dopo
Germania, Regno Unito e Francia.
Per quanto riguarda l’industria ma-
nifatturiera, la Germania rafforza il
primo posto con una quota del 27,3%.
Segue l’Italia, che guadagna due posi-
zioni con il 13,6%, davanti a Francia e
Regno Unito. Restringendo il campo
al settore dei macchianari, la Germa-
nia vede crescere ancora la propria
quota al 38,5% e l’Italia rafforza il se-
condo posto con il 18,2%. Staccati la
Francia (7,8%) e il RegnoUnito (7,1%).
Questo conferma la specializzazione
dell’Italia nel settore, in un contesto
europeo che vede crescere il predo-
minio tedesco e la marginalizzazione
degli altri Paesi.
Valori simili anche se si considera
l’occupazione. Gli addetti del settore
dei macchinari in Germania sono il
36,7% del totale europeo, in Italia il
16,4%, nel Regno Unito e in Francia
meno del 7%.
Il settore in Europa
Il quadro cambia se si guarda al nu-
mero di imprese: l’Italia da sola conta
il 26% delle imprese europee, al se-
condo posto ci sono i tedeschi con il
17%, mentre gli altri Paesi hanno un
numero ancora più basso.
Come si sa, le imprese italiane hanno
dimensioni molto inferiori rispetto
ai competitor tedeschi. Le aziende
tedesche hanno infatti dimensioni più
che doppie, per fatturato e addetti,
rispetto alla media europea. Anche
le aziende francesi si attestano su
risultati superiori alla media. Sono
invece su valori decisamente inferiori
le imprese italiane. Va sottolineato
che, anche se le dimensioni sono
sono inferiori, le imprese italiane rag-
giungono comunque elevati livelli di
efficienza.
Rilanciare il settore
Federmacchine prosegue intanto
nella sua attività sottolineando al-
le autorità di Governo l’urgenza di
provvedimenti a sostegno del rilan-
cio del consumo domestico di beni
strumentali, che troverebbe un utile
strumento nella liberalizzazione delle
quote di ammortamento degli investi-
menti in mezzi di produzione.
“Nella nostra proposta - sottolinea
Losma - gli investimenti in beni stru-
mentali sono deducibili, ai fini delle
imposte sui redditi, con quote decise
liberamente dall’impresa. Tale prov-
vedimento non incide, nel medio ter-
mine, sulle casse dello Stato, poiché
implica soltanto la traslazione degli
incassi per l’erario. Un provvedi-
mento minimo da adottare, nel più
breve tempo possibile, è quello di
revisione dei coefficienti tabellari,
in modo da adeguare le aliquote di
ammortamento all’effettiva durata
utile del bene strumentale, cosic-
ché gli investimenti delle imprese
non siano più penalizzati”. Feder-
macchine chiede poi l’abbattimento
dell’Irap sul personale per una quo-
ta pari al rapporto export/fatturato
dell’impresa.
Fonte: Gruppo Statistiche Federmacchine
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