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novembre 2017

Che ruolo ha il Gruppo Dompé in que-

sto scenario, in Italia e all’estero?

“Quotidianamente e con la maggior co-

erenza possibile ci inseriamo nel quadro

che abbiamo appena descritto. Oggi ab-

biamo sviluppato una terapia per una

malattia rara come la cheratite neuro-

trofica, grazie al lavoro di una straor-

dinaria donna, tra le più affascinanti

che io abbia mai incontrato in vita mia

con una grande eleganza di pensiero e

di persona, ovvero Rita Levi Montalcini.

Questo progetto nasce grazie alla col-

laborazione con Anabasis, che successi-

vamente abbiamo acquisito. (Anabasis,

azienda fondata da Francesco Sinigal-

lia, è stata tra le prime a condurre stu-

di sull’impiego dell’Ngf, Nerve Growth

Factor, la cui scoperta è valsa il premio

Nobel alla professoressa Rita Levi-Mon-

talcini n.d.r.).

Attualmente lo sviluppo della Ricerca

Dompé si basa su 21 trial clinici, condot-

ti in circa 200 centri di ricerca altamente

specializzati nel mondo. Abbiamo intra-

preso una collaborazione con Molmed

Azienda Italiana nata al San Raffaele

di Milano, l’ospedale, che ha ricevuto

l’autorizzazione per una delle sei tera-

pie avanzate approvate internazional-

mente. Questa terapia è finalizzata a

capaci di integrare la ricerca con la cura,

grazie agli Irccs che sono nati per que-

sto scopo e che oggi sono sia di natura

pubblica sia privata. C’è una reale cultu-

ra dell’eccellenza. E questo si ripercuote

anche a livello di industria con imprese,

a capitale italiano e straniero, che ope-

rano e creano valore nel Paese. Il dato

significativo riguarda l’export: negli

ultimi trent’anni siamo passati da un

tasso di esportazione del 18% al 70%.

Nella produzione farmaceutica oggi il

nostro Paese è tra i primi al mondo e

in Europa siamo secondi, a pochissima

distanza dalla Germania. Abbiamo un

ottimo network di produttori di mate-

rie prime e nelle nostre aziende lavora-

no tra i migliori tecnici al mondo. In più

possiamo vantare un’eccellenza anche

nel comparto dei produttori di macchi-

ne per il confezionamento, un settore

iper competitivo, con un export medio

del 90%.

Ecco perché, non mi stancherò mai di ri-

petere, sono estremamente amareggia-

to che non sia stata colta l’opportunità

dell’EMA che sarebbe stata importan-

te anche per gli sviluppi dello Human

Technopole, dell’Istituto Italiano di Tec-

nologia, e di tutti i nostri centri di eccel-

lenza nel Paese”.

matematici - che mettono in comune i

propri saperi. Questo approccio ha ri-

voluzionato drasticamente il modo di

fare ricerca, sgretolando, da una parte,

le ‘cattedrali della ricerca’ di 20/30 anni

fa, e, dall’altra, creando network inter-

nazionali di collaborazione sempre più

estesi e interconnessi. Questo ha in-

centivato le sinergie fra le diverse real-

tà, creando i presupposti di un sistema

pubblico-privato, basato sulla cultura

dell’eccellenza. Penso che questo mo-

dello abbia il grosso merito di favorire

la ricerca di soluzioni terapeutiche a

problemi che prima non venivano con-

siderati, proprio per il modello differen-

te di fare ricerca. In questo panorama,

noi italiani abbiamo delle chance in

più, tanti punti di distinzione positiva.

In Italia possiamo, infatti, vantare del-

le vere e proprie eccellenze: pensiamo

al blocco che comprende Lombardia,

Veneto, Emilia, Toscana, Piemonte, per

alcuni aspetti la Liguria.

La nostra sanità, pur nella sua comples-

sità, vanta un primato per costi-bene-

fici. Noi costiamo il 30% in meno della

media europea per cittadino e meno

della metà rispetto agli Stati Uniti. Ab-

biamo leadership in aree quali immu-

nologia, oncologia, neurologia. Siamo