16
novembre 2017
Che ruolo ha il Gruppo Dompé in que-
sto scenario, in Italia e all’estero?
“Quotidianamente e con la maggior co-
erenza possibile ci inseriamo nel quadro
che abbiamo appena descritto. Oggi ab-
biamo sviluppato una terapia per una
malattia rara come la cheratite neuro-
trofica, grazie al lavoro di una straor-
dinaria donna, tra le più affascinanti
che io abbia mai incontrato in vita mia
con una grande eleganza di pensiero e
di persona, ovvero Rita Levi Montalcini.
Questo progetto nasce grazie alla col-
laborazione con Anabasis, che successi-
vamente abbiamo acquisito. (Anabasis,
azienda fondata da Francesco Sinigal-
lia, è stata tra le prime a condurre stu-
di sull’impiego dell’Ngf, Nerve Growth
Factor, la cui scoperta è valsa il premio
Nobel alla professoressa Rita Levi-Mon-
talcini n.d.r.).
Attualmente lo sviluppo della Ricerca
Dompé si basa su 21 trial clinici, condot-
ti in circa 200 centri di ricerca altamente
specializzati nel mondo. Abbiamo intra-
preso una collaborazione con Molmed
Azienda Italiana nata al San Raffaele
di Milano, l’ospedale, che ha ricevuto
l’autorizzazione per una delle sei tera-
pie avanzate approvate internazional-
mente. Questa terapia è finalizzata a
capaci di integrare la ricerca con la cura,
grazie agli Irccs che sono nati per que-
sto scopo e che oggi sono sia di natura
pubblica sia privata. C’è una reale cultu-
ra dell’eccellenza. E questo si ripercuote
anche a livello di industria con imprese,
a capitale italiano e straniero, che ope-
rano e creano valore nel Paese. Il dato
significativo riguarda l’export: negli
ultimi trent’anni siamo passati da un
tasso di esportazione del 18% al 70%.
Nella produzione farmaceutica oggi il
nostro Paese è tra i primi al mondo e
in Europa siamo secondi, a pochissima
distanza dalla Germania. Abbiamo un
ottimo network di produttori di mate-
rie prime e nelle nostre aziende lavora-
no tra i migliori tecnici al mondo. In più
possiamo vantare un’eccellenza anche
nel comparto dei produttori di macchi-
ne per il confezionamento, un settore
iper competitivo, con un export medio
del 90%.
Ecco perché, non mi stancherò mai di ri-
petere, sono estremamente amareggia-
to che non sia stata colta l’opportunità
dell’EMA che sarebbe stata importan-
te anche per gli sviluppi dello Human
Technopole, dell’Istituto Italiano di Tec-
nologia, e di tutti i nostri centri di eccel-
lenza nel Paese”.
matematici - che mettono in comune i
propri saperi. Questo approccio ha ri-
voluzionato drasticamente il modo di
fare ricerca, sgretolando, da una parte,
le ‘cattedrali della ricerca’ di 20/30 anni
fa, e, dall’altra, creando network inter-
nazionali di collaborazione sempre più
estesi e interconnessi. Questo ha in-
centivato le sinergie fra le diverse real-
tà, creando i presupposti di un sistema
pubblico-privato, basato sulla cultura
dell’eccellenza. Penso che questo mo-
dello abbia il grosso merito di favorire
la ricerca di soluzioni terapeutiche a
problemi che prima non venivano con-
siderati, proprio per il modello differen-
te di fare ricerca. In questo panorama,
noi italiani abbiamo delle chance in
più, tanti punti di distinzione positiva.
In Italia possiamo, infatti, vantare del-
le vere e proprie eccellenze: pensiamo
al blocco che comprende Lombardia,
Veneto, Emilia, Toscana, Piemonte, per
alcuni aspetti la Liguria.
La nostra sanità, pur nella sua comples-
sità, vanta un primato per costi-bene-
fici. Noi costiamo il 30% in meno della
media europea per cittadino e meno
della metà rispetto agli Stati Uniti. Ab-
biamo leadership in aree quali immu-
nologia, oncologia, neurologia. Siamo