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The Union 4.0

has not fear

of the future

to di rendita. Oggi il fortissimo cambia-

mento sociale, tecnologico, industriale

e politico a cui assistiamo sgretola com-

pletamente i paradigmi che con troppa

facilità e pigrizia il sindacato e i sinda-

calisti si costruivano. L’esempio è il caso

Fiat. FCA ha un sistema di produzione

completamente nuovo, il WCM. Invece

che fare della retorica ideologica, come

FIM-Cisl abbiamo fatto una grandissima

indagine sui lavoratori - raccolta nel vo-

lume ‘WCM, le persone e la fabbrica” -,

per cercare di capire come cambiavano

il lavoro, il contenuto professionale, il

gradimento o meno dei lavoratori. E su

questo abbiamo costruito il contratto,

la seconda edizione del Ccsl FCA. Serve

quindi un sindacato che sia capace di

non abbondare di retoriche morte, di

evocare la politica industriale senza mai

dire cosa va fatto e quali scelte bisogna

compiere. Che sia in grado soprattutto

di non utilizzare un linguaggio troppo

The first time that the speeches of

Marco Bentivogli, general secretary

of FIM (Cisl’s metalworkers’ union),

began showing up on the pages of

major national newspapers, many

people realized that they were different

from those of all the other trade

unionists. They were full of numbers,

references to cutting-edge technologies

and analyses from foreign academic

communities. People were tired of the

rhetoric of the unionists, which over the

years had distanced the representatives

of the workforce from the opinion of the

public and of the workers themselves.

In addition to the words, there were

the facts: the proving ground was

Fiat, then FCA. While Fiom built

barricades regarding the plans

announced by Sergio Marchionne

over the years, FIM and Uilm saw the

writing on the wall and realized they

could make it work. Not only that, they

decided to forge ahead, even knowing

that they would be accused of betrayal

by the most uncompromising union.

It has been a tough battle, but it has

seen FIM’s position prevail, both in

terms of votes in FCA factories and the

achievement of the promised results

(FIM periodically disseminates the

updated notes from plant to plant).

To vindicate these results, but above

all to map the future challenges that

Industry 4.0 poses for workers and

trade unions, in 2016 Bentivogli

published the volume

Abbiamo

rovinato l’Italia?

(‘Have We Ruined

Italy?’), published by Castelvecchi. We

met with him in Milan to talk about

his vision of work and unions in a

world that’s changing faster every day.

troppi sindacati, è indispensabile una

semplificazione del quadro. Nel resto del

mondo dove c’è la partecipazione dei la-

voratori c’è un panorama con al massimo

un paio di sindacati e non tre, Cgil, Cisl e

Uil, o sette sindacati come in Fiat o come

nel pubblico impiego, dove sono 32”.

E come nei trasporti.

“E come soprattutto nei trasporti. Bi-

sognerebbe infine avere una capacità

di cambiamento della narrazione che il

sindacato fa ai lavoratori e fa su se stes-

so. Non vogliamo il sindacato profeta di

sventura ma il sindacato che cerca di an-

dare a costruire con fiducia il futuro, non

a difendersi da esso”.

Lei ha scritto nel libro che il sindacato

deve studiare e che bisogna superare il

sindacato del bla bla. I sindacalisti han-

no studiato poco negli ultimi anni?

“Assolutamente sì. Il sindacato è campa-