giugno 2017
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mo avuto modo di incontrarlo durante Fe-
stival dell’Economia di Trento.
Professor Pisani-Ferry, Macron ha an-
nunciato molti obiettivi relativi all’Euro-
pa: il completamento dell’unione banca-
ria, il ministro delle finanze europeo, un
fondo monetario europeo, gli eurobond,
un sussidio di disoccupazione comune.
Quale può essere la roadmap?
“Per limitarci agli aspetti economici, ci
sono temi che vanno affrontati nel breve
termine, come la Direttiva sul ‘Posted La-
bour’ (distacco dei lavoratori all’interno
dell’Unione, ndr). Non è una questione di
principi ma di applicazione e di migliora-
mento delle regole, perché c’è il pericolo
che venga percepita come qualcosa che
farà crescere la concorrenza sleale”.
E quali altri temi dovranno essere af-
frontati non nel brevissimo termine?
“Per quanto riguarda le questioni di politi-
ca monetaria e bancaria, il completamen-
to dell’unione bancaria è chiaramente una
delle componenti a cui mirare. L’unione
bancaria è stata un passo audace che mira-
va ad affrontare una debolezza sistemica
dell’euro. Tuttavia dev’essere completata
in modo che la relativa vulnerabilità venga
eliminata”.
Sarà la prima misura a essere ottenuta,
visto che sembra la più semplice?
“Non penso che dovremmo iniziare dalla
cosa più semplice, dal frutto più a por-
tata di mano. La discussione deve essere
onnicomprensiva, deve partire da quello
che non funziona, dalle opzioni dispo-
nibili che dovremmo considerare. Non si
può cercare di avere l’unione bancaria e
un programma di garanzia dei deposi-
ti senza affrontare gli altri aspetti della
questione: qual è il rischio bancario, co-
me trattiamo i rischi, come trattiamo il
circolo vizioso tra titoli di Stato e banche
(tema che riguarda soprattutto le ban-
che italiane, ndr), che succede se ci sono
difficoltà con i titoli di Stato. Tutti questi
problemi sono collegati, quindi bisogna
affrontarli tutti contemporaneamente.
Partire dai frutti più a portata di mano
ha un’attrazione superficiale, per il fatto
di poter dire che si è ottenuto qualcosa.
Ma se ci si muove velocemente su un solo
fronte, ci sono anche dei contro”.
Quali?
“Un Paese si può vedere in difesa su una
certa questione. Ci sarebbero tensioni tra
chi paga e chi riceve benefici. Invece se si
allarga la discussione, questo circolo vizio-
so viene bloccato immediatamente. Non
L
e bandiere dell’Europa che han-
no accompagnato la campagna
elettorale e poi i discorsi vittoriosi
di Emmanuel Macron si sono impressi nel
nostro immaginario collettivo. Sono state
una sorpresa, come un risveglio dopo anni
di crescita culturale degli euroscettici, da
Londra a Vienna. Sono state accompagna-
te da parole forti e promesse impegnative:
l’Unione Europea, è stato scandito nel pro-
gramma elettorale di En Marche, il partito
fondato da Macron, dovrà dotarsi di una
difesa comune, di un ministro delle Finan-
ze europee dell’Eurozona, di un sussidio di
disoccupazione comunitario e di molti altri
strumenti, a partire dagli Eurobond. Pochi
sanno, però, che a redigere quel program-
ma è stata una persona che tutte quelle
idee le ha affinate da molti anni. Stiamo
parlando di Jean Pisani-Ferry, un econo-
mista che insegna alla Hertie School of
Governance di Berlino e alla Sciences Po di
Paris e che per molti anni è stato conosciu-
to soprattutto come fondatore del pre-
stigioso centro studi Bruegel di Bruxelles.
Forte di quest’esperienza ha accompagna-
to la crescita di Macron e, quando questi è
diventato candidato alla presidenza, ne è
diventato il responsabile del programma.
Chi conosce bene il professor Pisani-Ferry
lo definisce un europeista di ferro. Abbia-
Eccochièla
menteeconomica
dietroMacron
L’exploitdiEmmanuel
Macronallerecenti
presidenziali francesiha
rappresentatoancheuna
novitàintemadiprogrammi
moltoeurocentrici.Uno
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vittoriadelneopremier
transalpinoèsenza
dubbioJeanPisani-Ferry,
economistadi famaed
europeistadi
ferro.Loabbiamoincontratoe
abbiamocercatodicapire
comerivoluzionerà l’Europa
diFabrizioPatti