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dimenticamolo: i problemi tra i creditori e i

debitori sono tra i più difficili da affrontare

nei sistemi internazionali. Non dobbiamo

focalizzarci su questi aspetti ma guardare

alle soluzioni nel medio termine. Una volta

individuate queste, possiamo tornare indie-

tro e affrontare quelle più urgenti”.

Per cambiamenti così onnicomprensivi

dovremo cambiare i trattati europei?

“Non dobbiamo neanche concentrarci sui

trattati. Lo ha detto la Cancelliera Merkel,

quando Emmanuel Macron è andato a

trovarla: ‘I trattati possono essere riaperti’.

Ma noi conosciamo le difficoltà nel farlo,

quindi non dovremmo aprire la questio-

ne dei trattati solo per il fascino di farlo.

Dovremmo iniziare dalla trattazione della

sostanza dei problemi”.

Una delle proposte di Macron è quella

della creazione di un ministro delle Finan-

ze dell’Eurozona. Sappiamo che in passa-

to la visione tedesca e francese sono sta-

te diverse, con la prima che si concentra

sul concetto di ‘condivisione di sovranità’

(ossia più controlli) e la seconda su quello

di ‘condivisione del rischio’. Le due visio-

ni si stanno avvicinando?

“Ci sono differenze non fondamentali. È

vero sia che l’Unione monetaria soffre di

mancanza di democrazia sia che soffre di

mancanza di capacità esecutiva. Sono en-

trambi temi da affrontare e ci sono molti

modi per farlo. Come farlo dipende mol-

to dalle priorità che vengono affrontate e

dal funzionamento dei sistemi politici. Ma

sono temi che non si possono evitare”.

In Italia sono state molto discusse le pa-

role di Macron sulla necessità di rivede-

re l’accordo con cui Fincantieri ha com-

prato un’ampia quota azionaria di Stx

France. C’è un Macron che non conoscia-

mo e che si dimostrerà più protezionista

e difensore degli interessi delle aziende

francesi di quanto non appaia?

“È una questione che non conosco abba-

stanza. Preferiscono non commentarla”.

Ma se si analizzano altri punti del pro-

gramma di Macron, come il ‘Buy Euro-

pean Act’, che prevede condizioni di

favore negli appalti pubblici in Europa

alle aziende continentali, o l’invocazione

di regole più stringenti sul dumping (so-

prattutto dalla Cina), possiamo conclu-

dere che Macron abbia una visione nuo-

va dell’Europa nel mondo globale? Ossia

che intenda rafforzare i mercati europei

e che al di fuori dei confini dell’Ue voglia

rivedere i rapporti di forza, in particola-

re verso Cina e Stati Uniti?

“Sì, c’è una visione, che non è insolita per

un francese, secondo la quale un partner

commerciale è un partner che è capace di

Meet the economic mind

behindMacron

The EU flags that accompanied the

electoral campaign and the subsequent

victory speeches of Emmanuel Macron are

imprinted in our collective imagination.

They were accompanied by strong words

and binding promises: the European Union,

as Macron’s electoral program clearly

explains, must have a common defense,

a finance minister for the Eurozone, a

community unemployment allowance and

many other instruments, starting with

Eurobonds. The drafter of that program

is a man who has been refining all those

ideas for many years. We refer to Jean

Pisani-Ferry, an economist who teaches at

the Hertie School of Governance in Berlin

and Sciences Po in Paris, and who has long

been known primarily as the founder of the

prestigious Bruegel Center in Brussels. He

accompanied Macron through his political

growth, and when the latter became a

candidate for the presidency, Pisani-Ferry

became head of the program. Those who

know the Professor well define him as a

hardcore Europe-ist. We got to meet him

during the Trento Economics Festival.

“Strictly in terms of economic aspects, there

are issues that need to be addressed in the

short term, such as the ‘Posted Labor’

Directive. It’s not a question of principles

but of application and improvement of

rules, because there is a danger that it is

perceived as something that will increase

unfair competition”, explains the professor.

“As for monetary and banking policy issues,

the completion of the banking union is

clearly one of the components to be targeted.

The banking union was a bold step aimed

at tackling a systemic weakness of the euro.

However, it must be completed so that the

relative vulnerability is eliminated. “

Il presidente francese Emmanuel Macron e l’economista Jean Pisani-Ferry.

giugno 2017

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