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In Italy it is estimated that there are

approximately 784,000 family businesses,

representing over 85% of the total, and in

terms of employment, involving about 70% of

the work force.The Italian economy is based,

therefore, on an entrepreneurial spirit that

continues to find its driving force in the family.

Many of these companies have been around

for over a century, others for just a fewmonths,

while others have not had the opportunity

to grow beyond the entrepreneurial idea of

the founder.The family influence is strong,

legitimized by ownership of all or part of the

risk capital, as well as by direct involvement in

operations. Constraints on their growthmay

be due, among other things, to technological,

financial and internationalization risk, as

well as the difficulty of the heirs to continue

the business and the owners’ inability to

ensure the continuity of succession. From

the standpoint of the Italian stock market,

they account for nearly 60% of the total,

and over 25% in terms of capitalization. In

particular, small andmedium-size family

businesses are listed, concentratedmainly in

the fields of industry and consumer goods.

Almost 90% of family businesses are listed

on theMTA (Electronic ShareMarket), of

which about 30% in the Star segment, while

the remaining portion is listed on AIM Italia

(Alternative Investment Market).The results

presented by AUBObservatory, promoted

by AIdAF (Italian Association of Family

Businesses), UniCredit, Bocconi and the

Chamber of Commerce with EY (Building

a BetterWorkingWorld) in collaboration

with the Italian Stock Exchange and Allianz,

allow us to update the state of the art of

Italian family businesses (November 2016).

All the parameters examined here clearly

demonstrate the greater adaptability to

change represented by family businesses.

Family businesses

expand abroad

marzo 2017

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essere una maggiore propensio-

ne a concludere operazioni di

acquisizione o joint-venture all’e-

stero. Mentre le aziende non fami-

liari concludono in Italia il 73% delle

loro acquisizioni e il 27% all’estero, le

imprese familiari si spingono all’estero

nel 45% dei casi e rimangono in Italia

per il 55% delle acquisizioni. Dopo la cri-

si, inoltre, sono state ancora le imprese

familiari a osare di più, spingendosi in

paesi più distanti dal punto di vista cul-

turale e geografico.

Le aziende familiari di medie e grandi

dimensioni continuano a mantenere un

gap positivo di redditività operativa. In

base al ROI le imprese familiari dal 10,5

del 2007 passano all’8,6 del 2015, mentre

le imprese non familiari passano dall’8,1

del 2007 al 7,5 del 2015. Lo stesso av-

viene anche nelle aziende di piccole di-

mensioni. Le aziende familiari di piccole

dimensioni continuano a mantenere un

gap positivo di redditività operativa. In

base al ROI le imprese familiari dal 10,4

del 2007 passano all’8,8 del 2015, mentre

le imprese non familiari passano dall’8,4

del 2007 passano al 7 del 2015.

Anche nel 2015 prosegue la riduzione del

livello di indebitamento sia nelle aziende

familiari sia nelle non familiari. Le azien-

de familiari di medie e grandi dimensioni

passano dal 6,7 del 2007 al 4,8 del 2015,

mentre le imprese non familiari passano

dal 7,7 del 2007 al 6 del 2015. Le imprese

non familiari passano dal 7,7 del 2007 al

6 del 2015. Lo stesso avviene anche nelle

aziende di piccole dimensioni. Le aziende

familiari di piccole dimensioni passano

dal 7,8 del 2007 passano al 5,3 del 2015,

mentre le imprese non familiari passano

dall’8 del 2007 al 6,4 del 2015.

Gli investimenti esteri

Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) ef-

fettuati dalle aziende dell’Osservatorio

AUB sono passati dai 23.164 della prece-

dente edizione ai 25.933 della attuale e

rappresentano circa l’85% di tutti quelli

effettuati dalle aziende italiane Sono in

crescita le imprese che concludono ope-

razioni di acquisizioni anche sui mercati

internazionali, aprendosi a Paesi sempre

più distanti, imprese che raggiungono

importanti risultati adottando una gover-

nance più manageriale e più moderna.

Sono state analizzate tutte le acquisizioni

e le joint-venture effettuate dalle aziende

familiari e non familiari con fatturato su-

periore a 20 milioni di euro durante il pe-

riodo 2000 - 2015. Quasi l’80% dei circa 26

mila investimenti diretti esteri sono stati

effettuati da aziende familiari. Le azien-

de familiari mostrano una maggiore pro-

pensione verso acquisizioni cross-border

e in Paesi con una maggiore distanza cul-

turale dopo la crisi. Un maggior numero

di aziende familiari ha effettuato deal in

business diversi da quello di appartenenza

con l’avvio della crisi. Modelli di leadership

I 3 MODELLI PRINCIPALI DI SUCCESSO

Modelli di governace

Modelli di successo

Modello 1

Modello 2

Modello 3

Età del leader

Non giovane

Giovane

Dimensione aziendale

Piccola

Medio-grande

Fondatore

si

-

No

CdA

chiuso/aperto chiuso

aperto

Leadership

Familiare

Familiare

Familiare

non familiare