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The buying and selling of goods and services

via Internet has now become common

practice in many countries, while in Italy

it has been slow to take off. In a world that

is going increasingly digital, where in the

near future most of the population will be

constantly connected to the Internet through

hundreds of devices (known as the Internet

of Things, or IoT), unfamiliarity with

the web constitutes a serious competitive

disadvantage. According to the data of

the recent E-Commerce Report - BEM

Research, December 2016, the value

of e-commerce between businesses and

consumers (B2C) in Italy, estimated in

2015 at about 21 billion euro, constitutes

a mere 3.6% of the European market,

compared to Italy’s 12% share of overall

household consumption through all possible

channels of purchase. The UK, with a 41%

share, is the country that generates the

biggest volume of e-commerce business.

Also important are the market shares of

Germany (17%), Spain (6.7%) and France

(6%). In the countries of the Eurozone,

e-commerce has a distribution among the

active population of 53%. The Italian gap

is significant when we consider France

(65%) and Germany (73%), placing them

near the top of the list, which is occupied by

Denmark (79%) and Luxembourg (78%).

Over the last 10 years, France, Germany

and Spain have seen an increase of 30-40%

in the proportion of households that have

used the web for purchases, compared to

20% in Italy. The statistics produced by Istat

in their periodic surveys of how businesses

use IT and communication technologies

show that only 71% of businesses have

a website. The number rises to 89% for

large companies, while it is just 69% for

companies with 10 to 49 employees.

Italy remains a stranger

to e-commerce

marzo 2017

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hanno ricevuto ordini via Internet sale

se si considerano solo le grandi imprese

(almeno 250 dipendenti). In questo caso

sono il 20% le aziende italiane che nel

2015 hanno ricevuto almeno ordinativi

via Internet. Il divario rispetto alla media

europea permane comunque rilevante:

per la zona euro si riscontra infatti un’in-

cidenza pari al 39%. Danimarca, Irlanda,

Svezia e Belgio superano il 50%. Dietro

l’Italia si trovano solo Lussemburgo, Bul-

garia, Grecia e Romania. Stesso quadro si

ritrova considerando l’incidenza percen-

tuale delle piccole e medie imprese che

hanno ricevuto ordini online nel 2015.

Tra le imprese europee quelle più orien-

tate all’e-commerce hanno sede in Irlan-

da (il 37% del fatturato viene dall’online),

anche grazie al fatto che questo Paese

viene utilizzato da molte multinazionali

del web come hub attraverso cui acce-

dere al mercato unico europeo. Seguono

la Repubblica Ceca (30%) e la Slovacchia

(21%). Pressoché nullo è l’apporto dell’e-

commerce per le aziende greche, mentre

non molto distante dall’Italia si posizio-

nano Bulgaria, Cipro e Romania. Le picco-

le e medie imprese italiane risultano esse-

re molto più in linea con le rivali europee:

il fatturato prodotto da Internet nel 2015

è stato infatti pari all’8% del totale, pres-

soché in linea con la media della zona eu-

ro del 9%. Non molto distante sono an-

che le pmi tedesche, che nel 2015 hanno

fatturato il 10%.

Se si suddividono i Paesi tra quelli in cui

le imprese sono più dedite a Internet

(Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Da-

nimarca, Finlandia, Francia, Germania,

Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Mal-

ta, Olanda, Slovacchia, Svezia e Regno

Unito) e quelli in cui le imprese sono

meno propense (Bulgaria, Croazia, Ci-

pro, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Li-

tuania, Polonia, Portogallo, Romania,

Slovenia e Spagna) e si considerano una

serie d’indicatori quali produttività, ef-

ficienza e profittabilità si ottengono

risultati interessanti. Nei Paesi che han-

no una più alta incidenza del fatturato

prodotto tramite Internet si osservano

indicatori quali fatturato e valore ag-

giunto per dipendente più elevati. Si

rileva anche una maggiore efficienza

grazie alla maggiore intensità di capita-

le per singolo dipendente, produttività

e dimensione.

La situazione in Italia

Secondo le statistiche ufficiali di Eurostat

appena il 26% della popolazione italia-

na di età compresa tra i 16 e i 74 anni ha

utilizzato almeno una volta Internet per

effettuare acquisti nel 2015. La possibi-

lità di ricevere ordini via Internet è limi-

tata dalla bassa diffusione delle imprese

italiane che dispongono di un sito web

abilitato all’e-commerce, pari a meno

di un quinto del totale. Il vantaggio per

i Paesi che vedono una maggiore diffu-

sione dell’e-commerce consiste anche nel

maggior potere di acquisto di chi è abi-

tuato a trovare i prodotti/servizi con il mi-

glior rapporto qualità/prezzo. Il mercato