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dell’e-commerce italiano potrebbe arri-

vare a sfiorare i 50 miliardi di euro, quasi

una volta e mezzo il livello del 2015. La

presenza di un basso livello d’istruzione

unito all’età media più avanzata rispetto

ad altri Paesi, richiede una intensa cam-

pagna d’informazione. Sul fronte delle

imprese occorre incentivare la creazio-

ne di un portale web italiano, che possa

mettere in rete le aziende domestiche,

soprattutto quelle di minore dimensione;

si tratta di una iniziativa simile ad Ama-

zon, che presenta per il nostro paese lo

svantaggio di far perdere il controllo di

uno degli asset fondamentali della tran-

sazione tramite Internet, ovvero il flusso

d’informazioni che una vendita di un pro-

dotto o servizio genera e sulla possibili-

tà di analizzare i dati in grado di offrire

elementi necessari a capire la direzione

del mercato. Il Sud e le Isole presentano

un ritardo giustificato da una differente

attitudine all’utilizzo dei diversi canali di

acquisto ovvero alle carenze sulla diffu-

sione della banda larga.

L’uso delle imprese italiane

Le statistiche prodotte dall’Istat nella

periodica rilevazione sulle tecnologie

dell’informazione e della comunicazio-

ne nelle imprese, mostrano come solo il

71% delle imprese disponga di un sito

web. La percentuale sale all’89% per le

grandi imprese, mentre si ferma al 69%

nel caso delle aziende con un numero di

addetti tra i 10-49. Gli unici due settori in

cui tutte le grandi imprese dispongono

di un e-commerce sono quello ricettivo e

dei servizi postali. Il settore degli alloggi

è quello che nel complesso vede le azien-

de più attente nell’offrire i propri servizi

sione dell’e-commerce nelle grandi im-

prese operanti nel settore della produ-

zione di legno, carta e stampa (31%) e in

quello che produce apparecchi elettrici e

non (30%). Infine, nel settore delle uti-

lity, nonostante la liberalizzazione del

mercato risulta adottato solo dal 21%

delle aziende di maggiore dimensione.

sul web (circa l’81%). Tra le agenzie di

viaggio e tour operator si riscontra una

quota di disponibilità dell’e-commerce

elevata nelle imprese medio-grandi

(70/80%), più contenuta invece per quel-

le minori (33%). Unico altro comparto

dei servizi con una quota di diffusione

dell’e-commerce almeno pari al 30% è

il commercio al dettaglio. Le aziende

industriali tendono a disintermediare

il mercato vendendo direttamente ai

consumatori attraverso il web. La quota

più alta si riscontra tra quelle alimentari

(18%). Di qualche rilievo è poi la diffu-

Un elemento di analisi sui fattori che ostacolano la diffusione dell’e-

commerce può desumersi da un questionario somministrato dall’Istat (2016)

+

-

"

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sia l’ostacolo principale ad una maggiore diffusione degli acquisti online.

Oltre il 50% degli individui intervistati ha offerto questa come principale

ragione alla ritrosia verso l’e-commerce. Tra gli altri ostacoli si possono citare

il tema della sicurezza degli acquisti sul web e la mancanza di disponibilità

di una carta di credito da poter utilizzare nelle transazioni online. Seguono

À

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Poco rilevante è invece la questione collegata ai tempi e alle modalità di

consegna dei prodotti acquistati a distanza. Osservando come gli ostacoli

all’uso del web si distribuiscano in base alla classe di età si rileva che la

-

"

" À

*

anziane. Anche per i giovani, comunque, si osserva una forte incidenza di

questo fattore di ostacolo all’uso dell’e-commerce, oltre alla mancanza di

disponibilità di una carta di credito da utilizzare per gli acquisti online.

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marzo 2017