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marzo 2017

hanno tratto abbastanza be-

neficio dalla rivoluzione in-

formatica rispetto a quelle di

altri Paesi. L’industria italiana

ha mancato in parte questa

spinta tecnologica, arrivandoci

in ritardo. La loro analisi mostra

come molte nostre imprese hanno per-

so 20 anni d‘innovazione tecnologica.

Ciò vale sopratutto per le piccole im-

prese che in Italia sono particolarmente

piccole. Ecco l’importanza dell’odierno

Piano Industria 4.0, con interventi sugli

incentivi fiscali, finanza agevolata, in-

vestimenti in tecnologie e competenze,

consulenza diretta.

In Italia il livello d’istruzione,

in particolare il numero dei

laureati, è molto più basso

della media europea. In gene-

re la produttività di un buon

diplomato spesso non è infe-

riore a quella di un buon laure-

ato. Ma il capitale umano deve essere

valutato anche per la qualità e l’ade-

guatezza della istruzione rispetto alle

esigenze produttive. Nel 2015 i laureati

in materie umanistiche e in giurispru-

denza hanno rappresentato il 40% del

totale. Solo il 29% si sono laureati in

ingegneria, chimica, biologia e altre di-

scipline scientifiche. A tutto ciò dobbia-

mo aggiungere i costi della burocrazia

e regolamenti stringenti per le imprese.

Infine, vi è la facilità di fare business

che colloca l’Italia sempre in coda, in

termini di peso della burocrazia e tem-

pi per poter operare, in tutte le gra-

duatorie internazionali.

Fattori prioritari su cui operare

In prospettiva, la principale sfida consi-

ste nel rendere l’economia più produt-

tiva, più competitiva e più flessibile,

al fine di innalzare il tenore di vita e il

benessere di tutti gli italiani. La priori-

tà assoluta resta la riforma del mercato

del lavoro, la cui eccessiva rigidità rap-

LIVELLI DELLA PRODUTTIVITÀ ORARIA DEL LAVORO IN

ITALIA, FRANCIA, GERMANIA, USA, SPAGNA E GRECIA

Fonte: Elaborazione su dati The Conference Board Total Economy Database (2016)

DOLLARI PRODOTTO PER ORA LAVORATIVA

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