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la sveglia sul fat-

to che, per facilitare i prestiti e aiutare

l’economia reale, vanno rimessi a posto

i conti delle banche. Ma il punto, per

l’Italia, è che dovrebbe garantire una

crescita economica. Secondo Interna-

zionale “l’economia reale è ancora sana

in molte regioni del Paese. E il governo

può puntare sulle piccole e medie im-

prese che in gran parte hanno resistito

alla crisi. Inoltre dovrebbe rimediare al-

la mancanza di politiche economiche e

industriali. Per migliorare le prospettive

dell’Italia bisognerà risanare gli istitu-

ti di credito e ripristinare la fiducia nel

sistema bancario, venuta meno negli

ultimi anni e per i cittadini si tradurrà

in una rivoluzione culturale che non si

esaurirà sistemando i conti e miglioran-

do la gestione delle banche”.

tare un approccio basato su tre diretti-

ve”, afferma Angius. “In primo luogo le

banche devono dare prova di resilienza,

cioè elasticità e capacità di ripresa, ri-

ducendo i costi fissi e liberandosi delle

eredità del passato. In secondo luogo

le banche dovranno riorientare il pro-

prio business, rispondendo alle nuove

esigenze della clientela, costruendo una

nuova gamma di prodotti e affrontando

la concorrenza dei FinTech. Infine, gli

istituti di credito dovranno sapersi rin-

novare internamente, realizzando un

autentico cambiamento culturale”. A

seconda delle aree del mondo, secondo

il report McKinsey si rischia di perdere

oltre il 30%. In particolare, le banche

dei Paesi sviluppati potrebbero essere le

più colpite con 90 miliardi di dollari di

profitto a rischio, pari al 25% del totale;

le banche dei Paesi emergenti sono allo

stesso modo vulnerabili.

@Stefano_Belviol

A scuola di tecnologia

“L’impatto del digitale sarà radicale.

Nel nostro report - spiega Silvio Angius,

partner di McKinsey & Company - pren-

diamo in considerazione diversi scenari,

a seconda dell’andamento economico e

dell’impatto della trasformazione digi-

tale. Nel quadro più ottimistico le ban-

che si evolveranno gradualmente verso

un modello distributivo digitale in un

contesto di ripresa economica. Nel qua-

dro più pessimistico, invece, gli istituti

subiranno una rivoluzione digitale in un

contesto di economia stagnante. Il risul-

tato potrebbe essere la disintermedia-

zione e la perdita di consistenti quote di

mercato. A livello globale il settore ban-

cario si trova ad affrontare un contesto

molto impegnativo, che è il risultato di

crescita economica debole, forte pres-

sione regolamentare e trasformazione

digitale. Per rispondere a queste sfide,

nel nostro report suggeriamo di adot-

Fratini (TgLa7): Il ‘mal di banca’ incide

sull’economia del paese

“In Italia non si muove una foglia che la banca non voglia”. Così dice Marco

Fratini, caporedattore economia ed esteri TgLa7, interpellato sul tema

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e imprese è demandato alla banca, che è centrale in questo senso, ma

è anche un’aggravante se pensiamo al mal di banca. Oggi le banche si

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non tanto perché hanno prestato soldi alle famiglie ma perché hanno

prestato male, dimostrando di non essere state in grado di valutare chi

potesse rientrare e chi no”. Il ‘mal di banca’, lo chiama Fratini, un macigno

che, se solo consideriamo il caso Monte Paschi di Siena, secondo le ultime

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indubbio, quindi, che il ‘mal di banca’ incida sul sistema economico del

Paese, e ancora, sull’assetto societario delle stesse banche: dovremo

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sempre più preda degli appetiti stranieri. In alcuni casi, c’è il rischio che i

grandi gruppi stranieri acquistino sul nostro territorio per trovare formule

di investimento o per speculare, sostiene Fratini. Un altro fenomeno da

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tecnologia o attraverso modelli o schemi di comportamento applicati al

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loro cliente meno umano. Le banche sono diventate un terminale dentro

a un sistema economico”, spiega Fratini. “La tecnologia non ha ridotto i

costi, in generale, ha ridotto i costi sociali e non ha creato nuovo lavoro; di

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delle banche. La tecnologia ha accelerato i processi dei singoli clienti ma

sta anche accentuando gli errori che gli stessi potrebbero commettere

agendo in proprio”.

marzo 2017

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