giugno 2016
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A population of
entrepreneurs?
The economic crisis has increased the
need to rethink how one does business,
as well as the relationship between the
economy and society. But what is the role
of entrepreneurs in today’s Italy, and how
do Italians feel about going into business
for oneself?The answers can be found
in study presented by the Confindustria
Study Centre last April, fromwhich Italy
emerges as a country of entrepreneurs:
the number of self-employedworkers is
24.9%of the work force, much higher than
the EUaverage and, most significantly,
twice that of France andGermany.
However, these latter two, along with
our own country, have seen the birthrate
of new businesses falling: in Italy it fell
from12.5% in 2006 to 8.1% in 2014.
Entrepreneurship has gradually declined
in recent years, representing only 2.2%of
the Italian population (0.4%of which
inmanufacturing).The self-employed
tend to be men (68.6%), most often born
in the North (47.4%), with extensive
work experience (30.4%are older than
50). Being a woman and being born in
the South decreases the probability of
self-employment. Among the reasons
that drive people to be self-employed are
the desire for autonomy (83.3%), the
desire to develop a business idea (62.2%)
and income prospects (60.9%). Overall,
however, Italy is seeing a drop in the
number of entrepreneurs and in the ability
to seize opportunities.There is a decreased
desire to start up new businesses: 78%of
entrepreneurs feel that, compared to the
past, launching a new business today is
more complicated.The main obstacles to
business are taxes (54.3%of respondents),
excessive bureaucracy (45.7%) and the
difficulty of access to credit (37.7%).
L’identikit dell’imprenditore
L’Italia si conferma Paese d’imprenditori: la
quota dei lavoratori indipendenti sul totale
degli occupati è del 24,9%: un dato molto
più alto rispetto alla media dell’Unione Eu-
ropea e soprattutto doppio di quello france-
se e tedesco. Tuttavia negli ultimi tempi, non
solo nel nostro Paese, il tasso di natalità delle
imprese è in calo: in Italia è sceso dal 12,5%
del 2006 all’8,1% del 2014. L’imprenditoria-
lità si è quindi impoverita gradualmente nel
corso degli ultimi anni. Rappresenta appe-
na il 2,2% della popolazione italiana (0,4%
quelli manifatturiera).
I lavoratori indipendenti sono soprattut-
to uomini (68,6%), più spesso nati al Nord
(47,4%), con una esperienza lavorativa (il
30,4% ha oltre 50 anni). Essere donna e na-
scere nel Mezzogiorno riduce la probabili-
tà di lavorare in proprio. Tra le ragioni che
spingono a svolgere un lavoro autonomo,
vi sono il desiderio di autonomia (83,3%), il
voler sviluppare un’idea di business (62,2%),
le prospettive di reddito (60,9%). In Italia si
registrano sintomi d’impoverimento dell’im-
prenditorialità: cala la voglia di fare impresa
e scende la quota d’imprenditori, diminui-
sce la capacità di cogliere le opportunità,
spiccano le differenze tra gli imprenditori.
Si riduce la voglia di avviare nuove inizia-
tive: il 78% degli imprenditori ritiene che
rispetto al passato l’avvio di una nuova
impresa sia più complicato. Per gli impren-
ditori i principali ostacoli all’attività sono
le tasse (54,3% degli intervistati), l’eccesso
di burocrazia (45,7%), la difficoltà di acces-
so al credito (37,7%). Alla domanda ‘Fare
l’imprenditore oggi per lei è…’ al primo
posto gli industriali rispondono responsa-
bilità verso i collaboratori, al secondo posto
scelgono la voce stressante. Il 41,2% delle
imprese sono di prima generazione, una
quota che ha un trend in aumento, mentre
il 48,5% sono state avviate in passato dalla
famiglia. Dal punto di vista del sistema va-
loriale gli imprenditori mettono al primo
posto la famiglia, al secondo il sacrificio e
al terzo il lavoro. Gli imprenditori inoltre
arametro è quello della percentuale delle
imprese innovative. La Germania risulta nell’Unione Europea quella con la
maggiore percentuale d’imprese innovative (oltre il 70% delle imprese nel
manifatturiero), seguita dall’Italia (oltre il 60%) e Francia (poco meno del 60%).