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rmo

marzo 2018

fase di negoziato ma, nella pratica, congelato è, poi, il

TTIP, il trattato di libero scambio fra gli USA e l’Unione

Europea, osteggiato dalla nuova vision del presidente

ma anche da alcuni Paesi europei, prima fra tutti, la

Francia, contraria a un mercato con poche regole e for-

temente sbilanciato, a suo modo di vedere, a favore

degli States.

In materia di bilancio dello Stato ‘A New Foundation

for American Greatness’ è la proposta presentata nel

maggio scorso con l’obiettivo di ridurre e semplifi-

care la tassazione, riformare l’immigrazione, ridurre

la spesa federale, revisionare la regolamentazione,

sviluppare le fonti energetiche nazionali, riformare il

welfare e decentrare l’istruzione. Target dell’Ammi-

nistrazione con questo progetto è creare e liberare

risorse da destinare agli investimenti prioritari per la

difesa e la sicurezza del Paese a fronte di una consi-

stente contrazione di tutte le altre spese discrezionali

e di alcune spese obbligatorie.

Pericoli di chiusura.

Sul versante fiscale bisogna men-

zionare il ‘Tax cuts and jobs act’, ovvero la riforma fi-

scale più importante degli ultimi 30 anni che Trump

vorrebbe in atto già a inizio 2018 e che è stata appro-

vata sabato 2 dicembre. Si tratta, infatti, di una riforma

che taglia le imposte alle imprese, abolisce le tasse pa-

gate dalle grandi imprese e consolida alcuni vantaggi

come le esenzioni individuali. Le tasse sulle società sa-

ranno pari al 20% e la descrizione del disegno di legge

parrebbe suggerire che questo tasso sarà permanente e

non temporaneo, come inizialmente si pensava. Stiamo

parlando della misura più costosa per lo Stato. Secondo

il Joint Committee on Taxation tale misura ridurrà le

entrate federali di circa 1.500 miliardi di dollari nei pros-

simi 10 anni.

sidente la cui figura può risultare controversa. Alcune

sue affermazioni, più o meno ufficiali, sembrerebbero

andare in una direzione protezionistica e di isolamento.

Atteggiamento, questo, che non incontra certo il favore

dei partner europei ma che, invece, parrebbe essere ac-

colto positivamente dalle aziende e dal mercato statuni-

tense, come confermato da numerosissimi indici di Wall

Street oggi ai massimi dopo anni di crisi.

In particolare, la Casa Bianca sta mettendo in discus-

sione i trattati di libero scambio. Per Trump non è più

favorevole continuare a tenere in vita accordi com-

merciali che producono per gli USA solo disavanzo tra

import ed export. Il primo a farne le spese è il TTP,

il trattato di libero scambio del Pacifico, definito in

Il ‘Progetto America’

Lo scorso mese di Ottobre, a Milano, è

stato presentato, nell’ambito delle attività

promozionali ICE-Agenzia/Ucimu-Sistemi per

Produrre, il convegno ‘Presentazione delle

opportunità sul mercato USA’. Il progetto si

colloca temporalmente in un momento di

grande evoluzione del modo di agire delle

aziende italiane nei mercati internazionali.

Consolidati i processi export attraverso il Made

in, oggi la richiesta del mercato, soprattutto

nel settore della meccanica di precisione,

chiede decentramento e prossimità al cliente

attraverso una azione comune di progettazione

e sviluppo prodotto. In questo senso il

‘Progetto America’ promosso da Ucimu sotto

la supervisione scientifica del prof. Luigi Serio

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si

pone come un laboratorio di sperimentazione

di quella che potrebbe essere nei prossimi anni

la nuova via al sostegno del ‘Made with Italy’

nei mercati globali.