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rmo

gennaio/febbraio 2018

gnano un colpo durissimo per l’industria americana:

“Con il timing delle nostre azioni espansive non siamo

mai stati eccessivamente fortunati”, confida sarcastica-

mente Carbonato.

Nel 2003 è la volta della seconda joint venture cinese:

“Un’esperienza indimenticabile - racconta ancora il pre-

sidente di Prima Industrie - dopo oltre 24 ore di trattativa

stracciai il contratto in faccia alla controparte cinese. Si ar-

rivò alla firma alle 5 del mattino del giorno dopo. Alle 10

rientrai esausto in albergo: avevano bloccato la stanza.

L’emergenza sanitaria della Sars imponeva controlli me-

dici ogni 24 ore. Un incubo”.

Nel 2008 infine l’atto più importante della storia recente:

l’acquisizione di Finn-Power Oy da EQT, avvenuta alla

fine di un triennio (2005-2007) di grande prosperità per

il Gruppo. Con un fatturato di quasi 180 milioni di euro

e un risultato netto dell’8%, Prima Industrie acquistò

l’azienda di proprietà del fondo svedese EQT. A propo-

sito di timing sfortunato: l’anno dopo la più grave crisi

finanziaria del secondo dopoguerra squassò i mercati

internazionali.

Ma il gruppo reagì tenendo fede alla filosofia che da

oltre 30 anni lo guidava: scommise ancora sul talento,

sull’innovazione, investendo con più decisione ancora in

ricerca e sviluppo. Prima Industrie alla fine del percorso di

acquisizione della Finn Power era presente su 28mercati.

“Stiamo lavorando al rinnovamento del management

- dice Carbonato nella sua chiacchierata con Berta - in-

vestiamo sulle persone e sul loro talento. Esattamente

come 40 anni fa. Il nuovo management? Dovrà essere

cittadino del mondo”.

@GuidoRuffinatto

Amada entra nell’industria di Carbonato e Sartorio. Il

30 ottobre, mediante fusione per incorporazione, Prima

Progetti e Imperial Prime (il ramo d’azienda dedicato al

settore dellemisurazioni) danno origine a Prima Industrie.

Sono gli anni che segnano in qualche modo il destino e

il futuro del Gruppo. Il settore della metrologia e delle

misurazioni industriali, in cui si trovano loro malgrado a

competere con gli amici della DEA, porta le prime cocenti

delusioni. Fenice, un progetto di misurazione realizzato

per Fiat su cui si sono riscontrati diversi ritardi in fase re-

alizzativa, porta a una penale di oltre un miliardo di lire.

Una batosta che rischia di mettere in ginocchio Prima.

Il socio giapponese si rende conto che questo ramo delle

attività è quello più a rischio. Carbonato nel 1988/89

tratta la cessione del settore misurazioni alla Elsag.

Il 1990 è l’anno spartiacque. Saldate le pendenze con

Fiat, Prima tenta il balzo in Borsa.

New York - Milano, sola andata.

Abbandonato de-

finitivamente il settore della metrologia e delle misura-

zioni industriali, Prima decide di investire con decisione

sullo sviluppo della tecnologia laser. Nel corso dell’ultimo

decennio del 900, Prima è un’azienda focalizzata come i

laser che produce, con i bilanci in ordine e con un vasto

portafoglio clienti. Il management team nel 1998 tenta

la quotazione al Nasdaq, che fallisce, prevalentemente

per l’inadeguatezza dell’intermediario americano. L’ope-

razione riesce invece poco dopo a Piazza Affari e Prima

Industrie rimane una realtà italiana.

Il nuovo millennio segna la più grande fase espansiva

vissuta dal Gruppo. Nel 2000 acquisisce la statunitense

Convergent Energy, l’anno successivo la Laserdyne

(USA). L’11 settembre e l’attacco alle Twin Towers se-

STRATEGIE

Momenti di storia

Quattro immagini che rappresentano alcuni momenti significativi della storia

di Prima Industrie: alla fine degli anni 70 la sede di Prima Progetti è in frazione

Bauducchi, sulla strada fra Torino e Villastellone. Giorgio Bocca, che all’epoca

già firmava per il quotidiano di Scalfari, il 16 aprile 1980 scrive: “Qui si fanno

matrimoni fra i robot e le galline”. Ci sono poi la rivoluzionaria macchina da

cucire Logica, di Necchi, contenente soluzioni di Prima Progetti con design

Giugiaro (1978) e la testa per taglio lamiera della macchina laser ZAC (1979).