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gennaio/febbraio 2017
Il centro di piegatura P1, di Salvagnini,
grazie alla tecnologia MAC 2.0, compensa
automaticamente le differenze di materiale.
I sensori di deformazione Dsrt di Baumer
offrono un contributo decisivo.
Nella sede di Ennsdorf in Austria vengono prodotti
ogni anno circa 100 sistemi di piegatura completa-
mente automatici per l’industria della lavorazione
della lamiera. E lì viene prodotto anche il centro di
piegatura elettrico P1 . Con un ingombro di soli 8 m
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e un consumo d’energia medio di 3 kW, questo mo-
dello è la risposta di Salvagnini alle esigenze econo-
miche ed ecologiche in costante crescita nel mercato.
Le fasi di lavorazione.
L’unità di piegatura è il cuore
della macchina. È composta dal supporto della gana-
scia di piegatura con l’utensile superiore e inferiore, il
premilamiera, la controtesta e il manipolatore.
Per la piegatura il manipolatore muove la piastra di
lamiera nella direzione desiderata e porta il lato da
piegare del pezzo davanti all’unità di piegatura nella
posizione corretta. Il premilamiera incastra la lamiera
e la tiene fissa per tutto il tempo della lavorazione.
Con movimenti controllati della guida le ganasce di
piegatura eseguono in veloce sequenza piegature
verso l’alto e verso il basso. Contrariamente alle tra-
dizionali presse piegatrici con una sola grandezza
d’angolo, il centro di piegatura P1, con la cinematica
brevettata, può produrre, a seconda dell’imposta-
zione, angoli e archi di misure e diametri diversi. Il
che consente una produzione versatile di profili, pan-
nelli e altri semilavorati.
L’efficiente centro di piegatura P1 assicura una piega-
tura in meno di due secondi con un unico utensile. Sul
pezzo agiscono forze diverse. Queste devono essere im-
postate con precisione e misurate in modo affidabile.
La forza di estrusione del manipolatore non deve
essere eccessiva. Altrimenti la stessa determina
impronte sulla lamiera. Contemporaneamente la
forza di tenuta deve bastare per muovere con sicu-
rezza il pezzo alla velocità massima possibile senza
che esso scivoli via. Un sensore di deformazione
Dsrt, montato sul telaio della macchina, soddisfa
con maestria questi requisiti apparentemente con-
trapposti. In raffronto a molti sensori di deforma-
zione presenti sul mercato questo è molto morbido,
reagisce velocemente e può rilevare con precisione
anche le più piccole compressioni.
La soluzione ideale.
Anche nel monitoraggio della
forza delle ganasce di piegatura fa valere i suoi punti
di forza. A seconda della dimensioni dell’angolo, le
ganasce, per la deformazione del pezzo, applicano
più o meno forza. Questa forza, comunque predefi-
nita, per tutto il ciclo di lavorazione non deve muo-
versi al di fuori dei limiti di tolleranza. Il Dsrt ha una
stabilità di lunga durata. Una volta impostato, garan-
tisce una precisione angolare continuativa in tutte le
misurazioni. Per ragioni di qualità i valori di misura-
zione possono essere protocollati.
Grazie alla nuova tecnologia MAC 2.0 i buoni risul-
tati di piegatura non dipendono più troppo dalla
qualità del materiale. Parallelamente al tempo mac-
china i sensori di deformazione Dsrt monitorano la
conformazione delle lamiere da lavorare. Se questi
accertano delle differenze al di fuori del limite di tol-
leranza, fanno scattare adattamenti di movimento
delle ganasce di piegatura. Irregolarità nel materiale
vengono in tal modo automaticamente compensate.
“Con i sensori di deformazione Dsrt di Baumer, uti-
lizzabili universalmente, abbiamo trovato dei com-
ponenti ideali per le nostre innovative piegatrici
- afferma Peter Mascher, capo dell’elettrotecnica
alla Salvagnini - siamo molto soddisfatti. Con un
solo sensore copriamo diverse applicazioni. E que-
sto mantiene bassi i costi di approvvigionamento e
logistica. Non ha bisogno di essere adattato al de-
sign delle nostre macchine, ma può essere sempli-
cemente avvitato sulla posizione ideale. In tal modo
risparmiamo tempo nello sviluppo, nel montaggio
e nella manutenzione e questi vantaggi li possiamo
trasmettere ai nostri clienti”.
La configurazione meccanica, unica nel suo genere,
del sensore è concepita per un’interferenza possi-
bilmente limitata della struttura della meccanica.
Questo consente ottimi risultati di misurazione e un
monitoraggio del processo affidabile e preciso. Sono
disponibili sensori con campi di misurazione diversi
(100 µ - 750 µ ) e con i segnali d’uscita della ten-
sione +/- 10 DVC, passivi e con interfaccia CANopen.
Daniel Hunold, business development manager, Baumer.