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rmo

gennaio/febbraio 2017

FOCUS

IRAN

che ci ha dato modo di incontrare altri potenziali

agenti e clienti, ragguagliandoci anche sulle free

zone e sulla presenza di potenziali sinergie costrut-

tive per alcuni particolari. Torneremo a breve, e

siamo già in fase di trattativa per diverse offerte di

macchinari dedicati per ora all’automotive”.

Investimento a lungo termine.

La strategia di

Monzesi in Iran è frutto della mentalità proiettata

nel lungo termine tipica dell’approccio all’internazio-

nalizzazione del Gruppo. “Crediamo moltissimo nel

Paese, e stiamo investendo per vendere e continuare

a vendere in futuro - afferma Pessina -. Per fare que-

sto è necessario iniziare a farsi conoscere, formarci

e informarci, e soprattutto creare una rete locale di

vendita e assistenza qualificata e affidabile”. Il Paese

presenta difficoltà legate soprattutto agli strascichi

dell’embargo che, seppur parzialmente caduto, ha

lasciato una situazione molto poco chiara soprat-

tutto relativamente alla dual use: i prodotti Monzesi

possono essere infatti utilizzati in tutti i settori indu-

striali, non solo quelli verso i quali il costruttore ha

più vocazione, ovvero automotive, utensile, bianco

e oleodinamico, inteso come cursori e valvole, ma

anche ad esempio militare e nucleare. “Per poter ven-

dere in Iran è vitale capire in quali settori e a quali

aziende è possibile vendere senza rischi - dice Pes-

sina -. Con Promos ed Eifec di Bruxelles, l’European

institute for export compliance che ha come partner

il Politecnico di Torino, stiamo facendo delle analisi

ampie e approfondite per capire dove si può essere

certi di non incorrere in problemi e responsabilità

indesiderate. Occorre infatti avere la piena garanzia

che un prodotto venduto ad un cliente non finisca poi

in un settore ancora oggetto di embargo, che in Iran

accende allerte sui prodotti e blocchi molto più forti

di quanto non avvenga in altri Paesi, pur toccati da

provvedimenti simili”.

La sfida della qualità.

Altra importante caratteri-

stica dell’industria iraniana è infine la mentalità con

cui è cresciuto l’80-90% delle industrie nate negli anni

dell’embargo. “La chiusura ai Paesi occidentali ha la-

sciato campo libero alla Cina - spiega infine Pessina -,

che è entrata con una fortissima spinta commerciale,

seguita quindi dalla Corea. La difficoltà che oggi si in-

contra nell’approccio al mercato iraniano è pertanto

quella di spiegare le nostre macchine rispetto alla

concorrenza cinese, difficoltà che si ha con i clienti

e il loro modo di lavorare ma anche con rivenditori

e partner. In Iran ci sono distributori giganteschi, che

vendono anche 500-1.000 macchine l’anno, ma che

sono abituati a trattare macchine cinesi a catalogo,

facendo leva commerciale sul prezzo. Ciò costituisce

una difficoltà, ma al contempo l’opportunità e la

sfida di portare la cultura della qualità, della produt-

tività e della possibilità di customizzare le macchine,

opzioni cui il mercato iraniano non è avvezzo. Una

sfida che intendiamo affrontare preparandoci con se-

rietà e impegno, per cogliere l’enorme opportunità

di sostenere un mercato che ha grandissima voglia di

crescere e di aggiornare i propri impianti, per riaffac-

ciarsi al mondo”.

@marcocyn

Due modelli dell’azienda italiana: Monza 620 CN e Viotto RV2 610.