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rmo

gennaio/febbraio 2017

conseguenza sia della caduta dell’embargo sia dell’in-

cognita rappresentata dalla nuova presidenza Trump

in America, l’Iran mostra infatti una forte propen-

sione a instaurare solidi rapporti con l’Europa, per

creare una sorta di ombelico commerciale difficile da

interrompere davanti ai possibili sviluppi futuri.

Preparando il terreno.

Il primo approccio al mer-

cato iraniano di Monzesi risale al 2008, per una

trattativa con un cliente automotive che diede oc-

casione al Gruppo di testare il mercato locale. “Un

anno e mezzo fa abbiamo assunto tramite il Poli-

tecnico di Milano un ingegnere iraniano in Monzesi

- racconta quindi Pessina -, e abbiamo partecipato

a un master in finanza islamica, indispensabile per

affrontare il mercato in Iran ma anche altri mercati

nell’area, fatta esclusione per alcuni Paesi come l’E-

gitto, che ha prevalenza di banche a carattere occi-

dentale e dove da fine 2016 è attivo il nostro primo

ufficio di rappresentanza con il compito di condurre

analisi di marketing sul mercato arabo”. La finanza

islamica è infatti molto diversa da quella occiden-

tale, improntata alla religione e basata su principi

economici religiosi che analizzano, ad esempio, se

una eventuale transazione si possa fare, cioè se il

prodotto acquistato o venduto sia Haram o Halal

(vietato o consentito), e da cui discende un rapporto

con le banche totalmente diverso. “Quest’anno ab-

biamo quindi fatto una prima visita a marzo, dopo

la caduta dell’embargo - continua il direttore gene-

rale -, io personalmente insieme al nostro ingegnere

iraniano, incontrando potenziali agenti. Siamo poi

tornati a settembre con una missione internazionale

della Camera di Commercio organizzata da Promos,

trale che in base ai progetti decide di finanziare le

varie banche locali, dando accesso al credito – con-

tinua Pessina -. Inoltre, è un grosso produttore di

petrolio, che fino a oggi non ha potuto vendere

all’esterno per l’embargo: potendo commercia-

lizzare il petrolio, gli introiti porteranno liquidità

per rifinanziare tutte le aziende che già possiede.

È, inoltre, tra i primi produttori al mondo di vetro,

e la regione di Tabriz ha forte presenza di aziende

automotive che costruiscono tutto per il comparto,

dai pezzi di ricambio fino a veicoli interi”.

Free zones e apertura all’Europa.

Interessante

attrattiva per le aziende estere sono le free zones,

aree senza tasse da industrializzare e fortemente cre-

ate dal Governo per invogliare europei e americani

a investire e costruire in Iran. “Al momento, ad ecce-

zione di alcune grandi aziende e di un 10% di com-

pagnie finanziate governativamente, ci sono molte

aree dell’Iran dove resta ancora difficoltoso espor-

tare macchinari ad alto contenuto tecnologico, come

sono i nostri - spiega Pessina -. Ma con l’apertura agli

investitori, il Paese sarà in grado di accogliere unità

produttive di molte aziende europee che, portando

il loro know-how, avranno l’esigenza di ottenere le

stesse produttività e tolleranze tipiche del mercato

occidentale e quindi avranno l’esigenza di avvalersi di

macchine utensili più prestanti. Pertanto, è necessario

cominciare a seminare oggi, farci conoscere e far co-

noscere il nostro prodotto, e nel momento in cui que-

ste aziende lo chiederanno noi saremo pronti a dare

loro macchine ma soprattutto l’assistenza tecnica”. Di

fronte alla situazione di incertezza su come si evol-

veranno in futuro i rapporti tra l’Iran e il mondo, in

Riccardo Pessina, direttore generale di Monzesi, e l’ufficio di rappresentanza egiziono aperto da pochi mesi.