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luglio/agosto 2015
Strategie
dell’UE-27, pari al 52,9%. Peculiarità italiana è che
l’innovazione tecnologica viene raggiunta non solo
e non tanto attraverso investimenti nella ricerca e
sviluppo, in cui siamo carenti, ma anche e soprat-
tutto acquisendo know-how e apparecchiature
innovative ed esprimendo creatività e capacità in-
ventiva. Un’innovazione trasversale e integrata che
include sia i prodotti, sia i processi, ma anche l’or-
ganizzazione interna, l’approccio al mercato.
Le PMI trainanti sono quelle di dimensioni maggiori
e, per quanto riguarda il settore di attività, sono
quelle a vocazione manifatturiera. In particolare,
nel triennio 2010-13 hanno introdotto innovazioni
le aziende della meccanica, dell’elettronica e dell’au-
tomotive (57% dei casi), e dell’alimentare (56,7%).
L’importanza delle reti.
Un interessante raffronto
tra innovazione tecnologica e sviluppo proviene
dalla suddivisione delle PMI italiane in tre fasce: ad
alta innovazione (16% circa), a media innovazione
(52% circa) e a bassa innovazione (31%). Le PMI più
innovative hanno registrato una crescita maggiore
rispetto alle altre, con incrementi del fatturato nel
triennio 2010-13 per il 29% dei casi, al 15% per le
aziende a media innovazione e al 5% per quelle a
bassa innovazione. Analoga situazione si riscontra
se si considera il fattore occupazione.
Le aziende innovative operano in genere in si-
nergia con altre aziende facendo parte di reti
d’impresa, fenomeno questo che mostra come l’in-
novazione non riguardi solo l’aspetto tecnologico
in senso stretto ma l’intero complesso organizza-
tivo d’impresa. Le imprese facenti parte di reti rap-
presentano il 15,3% tra quelle a elevato contenuto
innovativo, contro il 7,4% e il 6,2% tra quelle, ri-
spettivamente, a media e bassa innovazione. Le
PMI più innovative sono anche quelle che riportano
progressi quali l’aumento della capacità produt-
tiva e un migliore utilizzo delle risorse umane. A
fronte d’inferiori livelli d’innovazione, le imprese
si orientano su fattori a ‘basso profilo’, quali il con-
tenimento dei costi, l’adeguamento agli standard
qualitativi internazionali e le possibilità di accesso
ai mercati. L’investimento in risorse umane non ha
una adeguata attenzione, l’80% circa di imprese
assume al massimo il 9% di personale ‘high-skill’ sul
totale, mentre in Germania raggiunge il 67% delle
imprese e in Spagna, il 46% dei casi.
Marchi e brevetti.
Competere vuole dire anche
saper proteggere i prodotti dell’ingegno con bre-
vetti e marchi di fabbrica. Nell’uso del numero
dei marchi di fabbrica come indicatore del livello
d’innovazione di un Paese, l’Italia mostra di avere
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